Una settimana per conquistare il giallo: la Sicilia spera, ma contagi alti

Ieri, per la prima volta dopo molti giorni, i nuovi contagi in Sicilia si sono attestati sotto i mille, ma in un giorno in cui i tamponi sono stati poco più di sedicimila.

I numeri sono però ancora troppo alti per sperare nella zona gialla che porterebbe alle riaperture previste dal Governo, anche se la Regione sta ottenendo ottimi risultati sul fronte della campagna vaccinale.

Dopo i tre giorni di open day con AstraZeneca infatti sono state migliaia in più le vaccinazioni effettuate in tutta l’Isola: i siciliani hanno risposto all’iniziativa con grande entusiasmo e partecipazione mettendo da parte i timori iniziali nei confronti del vaccino anglo-svedese.

Questa settimana darà le risposte decisive con fari puntati sulla provincia di Palermo la cui zona rossa scadrà giovedì 22: sono 122 in tutto in Sicilia i comuni in zona rossa.

Ma c’è chi invita alla prudenza per scongiurare l’ipotesi di giocarci i mesi estivi. “È fondamentale continuare a rispettare le regole. Se questo verrà inteso come un liberi tutti è evidente che la situazione da metà maggio in poi cambierà. Mai come adesso deve emergere il concetto di alleanza tra politica, servizi sanitari e comportamenti dei cittadini perchè questa è una fase molto delicata. Se dovesse ripartire la curva rischiamo di giocarci la stagione estiva”. Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenendo ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”.

“Tra rischio ragionato e calcolato c’è una sostanziale differenza: il rischio ragionato è una valutazione di tipo politico. Draghi ha sottolineato che questo rischio si fonda su un presupposto fondamentale: il rispetto delle regole, mascherine, distanziamento, deve continuare. È giusto che la politica faccia la sintesi tra l’andamento della pandemia, il diritto alla salute e la libertà dei cittadini” conclude Cartabellotta.

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