Rischio usura in Sicilia, Di Dio: “Aspettiamo risposte dalla politica”

“Usurai e sciacalli sono sempre più una minaccia per la vita delle imprese”. È questa la denuncia di Patrizia Di Dio, presidentessa della sezione palermitana di Confcommercio.

Secondo Di Dio, la crisi economica generata dalla pandemia e dal lockdown, ha creato terreno fertile per chi si dedica all’usura. Un rischio che le già deboli imprese siciliane non possono tollerare.

Il fenomeno sembra confermato dal uno studio diffuso dal Centro Studi nazionale di Confcommercio. L’analisi ha preso in esame un campione di 682 imprese con meno di nove dipendenti, e dimostrerebbe come la pressione criminale sugli imprenditori italiani sia cresciuta notevolmente negli ultimi quattro mesi, in particolare nel Mezzogiorno. A rischio sarebbero oltre 40 mila imprese.

“La politica regionale e quella nazionale agiscano con senso di responsabilità – chiede Di Dio – dando alle imprese quegli aiuti economici annunciati da mesi e che molto spesso si sono rivelati solo promesse vacue. Il rischio di un ricorso a usurai e sciacalli per fronteggiare la mancanza di liquidità delle imprese è sempre più tangibile e non è certo la via d’uscita, semmai l’ingresso nel tunnel della disperazione dal quale un imprenditore non riuscirà mai più a tirarsi fuori”.

“Migliaia di imprese sono a forte rischio – aggiunge la Di Dio – e insieme a loro decine di migliaia di dipendenti che potrebbero perdere il posto di lavoro. Molti imprenditori non riescono ad accedere ai prestiti bancari, i soldi della cassa integrazione vengono erogati in grosso ritardo, proprio l’altro ieri è saltata la procedura legata al Bonus Sicilia che avrebbe dato un minimo di liquidità alle imprese: ascoltiamo promesse ma non vediamo fatti. Come si può pensare di andare avanti così, con una emergenza sanitaria ed economica che non accenna ad allentare la pressione?”.

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