Referendum, in Sicilia l’affluenza resta scarsa: 24,7% alle ore 23
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ORE 23.20 – Si chiude la prima giornata di votazioni: alle ore 23 di domenica settembre l’affluenza in tutta Italia si attesta al 39,38%. La Sicilia si ferma al 24,7%: fa peggio solo la Sardegna con un’affluenza del 23,4%. Le urne sono di nuovo aperte dalle 7:00 alle 15:00 di lunedì 21 settembre
ORE 19.57 – Nuovo aggiornamento sull’affluenza al referendum costituzionale: alle ore 19 in tutta Italia ha votato il 29,9% degli aventi diritto (dato su 7.758 comuni su 7.903). Si conferma bassissima l’affluenza in Sicilia, 16,96% (390 comuni su 390), di pochissimo sotto la Sardegna (17,08%) e dato più basso in Italia. Le due isole maggiori sono le uniche due regioni a non raggiungere un’affluenza di almeno il 20% alle ore 19.
ORE 12.00 – Alle ore 12 l’affluenza alle urne a livello nazionale per il referendum costituzionale è del 12,25%%. I dati, pubblicati nel sito del ministero dell’interno, riguardano tutti i 7.903 Comuni coinvolti. In Sicilia invece l’affluenza è stata del 6,41. Il dato è il più basso registrato in Italia ed è influenzato dall’assenza delle elezioni amministrative che si svolgeranno ad ottobre.
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Oggi e domani gli italiani sono chiamati alle urne per il referendum costituzionale riguardante il taglio dei parlamentari. Anche in Sicilia, i seggi saranno aperti dalle 7:00 alle 23:00 di oggi e dalle 7:00 alle 15:00 di lunedì 21 settembre.
Questo è il quesito referendario sul quale gli elettori sono chiamati a decidere: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie generale – n° 240 del 12 ottobre 2019?». Con una vittoria del “Sì”, la riforma verrà approvata: questo comporterebbe il taglio dei deputati alla Camera da 630 a 400, mentre i senatori scenderebbero da 315 a 200.
Con la vittoria del “No”, la riforma verrà respinta. Per il referendum non è necessario raggiungere un quorum, quindi il risultato sarà comunque valido a prescindere dall’affluenza.
Come siamo ormai abituati in questo 2020, anche le consultazioni referendarie dovranno adeguarsi alle misure precauzionali anti-Covid. Gli oltre 46 milioni di italiani chiamati alle urne sono obbligati a portare con sé e indossare la mascherina, così come a igienizzarsi le mani.
All’interno dei seggi sono previsti percorsi distinti per l’entrata e per l’uscita, e in ogni momento dovranno essere mantenute le distanze interpersonali.
A Palermo, oltre 700 scrutatori hanno rinunciato all’incarico per paura del Covid
Nonostante l’adozione delle misure di sicurezza, in molti hanno paura di venire contagiati durante le operazioni di voto. Soprattutto gli scrutatori, che in Sicilia, e in particolar modo a Palermo, hanno in buona parte rifiutato l’incarico per il timore di stare a contatto con i votanti.
A Palermo, nei giorni successivi ai sorteggi, oltre 700 scrutatori hanno presentato certificati medici per sottrarsi dall’incarico. “Non era mai successo”, commentano dall’ufficio elettorale del Comune di Palermo.
Ma da Nord a Sud, in tutte le province si sono registrate alte percentuali di rinuncia (a Bari si è raggiunto quasi il 70%). E per sostituire i disertori sono dovuti scendere in campo le riserve e i volontari della Protezione Civile.
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