Promessa rimandata al prossimo anno, la Tari (tassa sui rifiuti) che i commercianti palermitani dovranno pagare entro il 2 dicembre è la stessa del 2019, nonostante il Covid.
Lo sconto promesso non è stato mantenuto e questo perché la Regione non ha versato al Comune i soldi che aveva promesso, circa 27 milioni, che avrebbero consentito una sforbiciata della Tari di oltre il 50 per cento per 40.502 attività commerciali, artigianali e industriali.
I soldi non ci sono e il Comune ha chiesto quindi ai negozianti di pagare per intero.
“La Regione ha annunciato e deliberato il fondo perequativo per compensare i comuni siciliani della diminuzione di fiscalità locale per le categorie produttive. – ha dichiarato il sindaco Orlando -. Si è già raggiunta da tempo l’intesa fra la Regione e l’Anci che rappresenta tutti i comuni siciliani. Attendiamo che la Regione eroghi queste somme, essendo già state quantificate comune per comune. Ma la mancata disponibilità di queste risorse, ovviamente, blocca la possibilità di detrazione della Tari e delle altre imposte locali.
Per questo ho concordato con il presidente del Consiglio comunale una seduta del Consiglio che possa prevedere un eventuale spostamento dalla data del 2 dicembre ad altra data entro il corrente esercizio finanziario 2020, cioè entro la fine del mese di dicembre per consentire, nel frattempo, alla Regione di fare pervenire finalmente queste risorse e in questo modo far godere delle detrazioni gli operatori economici così fortemente danneggiati”.
Sulla questione è intervenuto anche il capogruppo della Lega a Palermo Igor Gelarda: “Tari senza sconto ad attività commerciali. Una vergogna, crisi e mancanza di servizi, si vada a compensazione con 2021 o sarà disastro.
Nelle more che il Governo regionale garantisca l’erogazione ed eroghi al più presto i circa 27 milioni destinati al Comune di Palermo, e mi muoverò subito con la deputazione regionale Lega in tal senso, i circa 20 milioni destinati al comune di Palermo, chiediamo che il Comune vada a compensazione con l’anno prossimo per la Tari delle attività commerciali la cui rata scade il 2 dicembre.
Si mettano in moto meccanismi che permettano un sospensione del tributo fino all’anno prossimo, quando si usufruirà degli sgravi grazie alle somme della regione e quando, nel frattempo, l’emergenza covid sarà mitigata.
La consegna in questi giorni dei bollettini Tari ai titolari delle attività commerciali, con importi senza alcuna scontistica, nonostante i mesi di chiusura a causa del lockdown e la diminuzione degli incassi per la crisi, sa di beffa. O forse di follia.
Ci sono attività, come i ristoratori che sono stati chiusi 4 mesi su 12, mentre gli altri esercizi commerciali, tutti indistintamente, hanno subito danni incalcolabili. In un’isola che ha “bruciato” 7,5 miliardi di euro, causa covid, nel solo primo semestre del 2020, non ci si può permettere di non attivarsi per sforbiciare pesantemente i tributi locali.
Tra l’altro la Tari a Palermo sembra più un balzello che un servizio, visto che Palermo è piena di spazzatura. A breve arriveranno anche le cartelle Tosap, e saranno altre mazzate. La sospensione è l’unica soluzione per non condannare definitivamente l’economia palermitana”.
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