Mafia al Borgo Vecchio di Palermo, emesse 14 misure cautelari

Il blitz questa mattina ad opera dei carabinieri del comando provinciale di palermo che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti 14 indagati (1 in carcere, 11 ai domiciliari e 2 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), ritenuti a vario titolo responsabili dei delitti di concorso esterno in associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, furti, ricettazione ed estorsioni consumate e tentate, tutti reati aggravati dal metodo mafioso e sfruttamento della prostituzione. Il provvedimento è stato emesso dal gip presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia.

Le accuse sono, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, furti, ricettazione ed estorsioni, tutti reati aggravati dal metodo mafioso, e di sfruttamento della prostituzione.Inferto un duro colpo al mandamento mafioso di Porta Nuova e, in particolare, alla famiglia mafiosa di Borgo Vecchio.

L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, denominata Resilienza 2, costituisce il prosieguo del blitz che, il 12 ottobre scorso, aveva portato al fermo del presunto nuovo reggente della famiglia mafiosa, Angelo Monti. Nel corso della prima tranche dell’inchiesta era emerso che molti imprenditori si sono ribellati al pizzo e hanno collaborato con le autorità e contribuito a far arrestare gli estorsori.

Dalle indagini è emerso uno spaccato caratterizzato dalla continua ricerca, da parte di Cosa nostra, del consenso verso un’ampia fascia della popolazione.
I mafiosi, sottolineano gli inquirenti, “continuano a rivendicare, con resilienza, una specifica ‘funzione sociale’, attraverso alcune manifestazioni tipiche della loro protervia criminale”, che si sono esplicitati: nella gestione delle feste rionali; nell’organizzazione dei traffici di stupefacenti (funzionali a rimpinguare la cassa del sodalizio); nella gestione di alcuni gruppi criminali dediti ai furti di veicoli e ai conseguenti cavalli di ritorno, anch’essi funzionali ad alimentare le casse della consorteria

Nel corso dell’attività d’indagine, inoltre, è emerso un contesto ambientale nell’ambito del quale si sono configurate ingerenze di alcuni esponenti mafiosi palermitani nella risoluzione di alcune controversie sorte all’interno dei gruppi organizzati della tifoseria della locale squadra di calcio.

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