Focolai nel palermitano, ma tutta la Sicilia rischia il “rosso”: commercianti in rivolta

La decisione di dichiarare zona rossa tutta la provincia di Palermo si è resa necessaria a causa dell’incremento dei casi in alcuni quartieri del capoluogo ma anche nei piccoli centri.

Il presidente Musumeci ieri in conferenza non ha escluso l’ipotesi che tutta la Sicilia possa diventare zona rossa: “Quello che abbiamo registrato in provincia di Palermo vale anche per il resto dell’Isola: abbiamo un Rt di 1,22, il massimo è 1,25. Se la soluzione che abbiamo preso nel palermitano dovesse estendersi ad altre due o tre zone della Sicilia, saremo costretti a chiudere”.

Nel capoluogo si registra un vero e proprio boom di contagi tra gli alunni che frequentano le scuole tra lo Sperone e la stazione centrale nella Seconda Circoscrizione, la stessa segnalata come quella con il più alto numeri di contagi in città. Il capogruppo al Comune di Sicilia Futura-Italia Viva, Gianluca Inzerillo ha chiesto al sindaco Leoluca Orlando di prendere in considerazione l’ipotesi di chiudere le scuole.

L’urlo dei commercianti costretti a chiudere

Ma se da un lato le chiusure si rendono necessarie dall’altro si alza l’appello dei centri dove i contagi sono pochi o assenti ma che sono restati imbrigliati nell’ordinanza di Musumeci che ha chiuso tutti i paesi in provincia di Palermo.

Si tratta di nove paesi (Alimena, Blufi, Bompietro, Castellana Sicula, Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana, Petralia Sottana e Polizzi Generosa) che registrano meno di cinquanta casi su una popolazione di oltre 28 mila persone ma sono costretti a osservare la zona rossa. Cinque di questi centri, e cioè Alimena, Bompietro, Blufi, Geraci Siculo e Petralia Sottana, sono addirittura «Covid free».

A Bagheria l’amministrazione ha deciso di prevedere un ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale)  in sinergia con i commercianti contro  la chiusura di queste attività.

L’allarme arriva anche da Palermo dove la presidente di Confcommercio, Patrizia Di Dio in una nota ha sottolineato: “L’economia siciliana ha già danni per 10 miliardi. Stimiamo in due miliardi di euro i danni subiti nella sola provincia di Palermo per le restrizioni imposte senza una logica se, come sembrerebbe, basate su dati errati. Il che confermerebbe che i nostri sacrifici sarebbero stati addirittura inutili. E di questo chiederemo conto nelle sedi e nei modi più opportuni”.

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