Emergenza medici in Sicilia, in migliaia bloccati dalla burocrazia

“Dobbiamo purtroppo registrare l’ennesimo quanto sciagurato rinvio dell’assegnazione per i circa 23.000 aspiranti specializzandi che hanno partecipato al recente concorso per le Specializzazioni”. L’allarme è stato lanciato dal Segretario Nazionale UGS-CONFINTESA Ruggero Di Biagi.

“Mentre siamo subissati di Bandi per la ricerca di medici, anche pensionati, per riempire organici e incrementare la risposta sanitaria al Covid, il Sig. Ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi, unico responsabile di una gestione disastrosa dell’intera procedura concorsuale, pur essendo docente di Ingegneria delle Strutture, non riesce a strutturare e sbloccare le procedure di assegnazione delle sedi al giovani medici”.

“Un intero primo anno di specializzazione – conclude – potrebbe iniziare a lavorare, mentre oggi non abbiamo nè certezze per migliaia di specializzandi, ne’ sostegno operativo alle martoriate strutture sanitarie del SSN e dell’UNIVERSITA’. Sarebbe l’ora delle dimissioni per chi e’ incapace!”.

Coro unanime anche dai rappresentanti della Lega che in una nota dichiarano: “La Sicilia rischia di pagare un conto amaro dal ritardo del governo sul concorso per medici specializzandi. Sono infatti ben 981 i giovani medici siciliani lasciati nel limbo e ad oggi non sanno se e quando potranno prendere servizio. Dai numeri in nostro possesso ci risulta che in Sicilia siano attualmente bloccati 938 contratti statali e 43 contratti della Regione Siciliana, per un totale di 981 giovani medici che in questa emergenza sarebbero un rinforzo preziosissimo nelle corsie degli ospedali siciliani”.

“Come Lega Giovani – concludono Miccichè e Lipera – saremo oggi al fianco degli specializzandi che protesteranno in molte città d’Italia per proteggere i loro diritti ma anche per ribadire che questo governo non può farsi ripetutamente beffe di loro: non è possibile che dopo che il ministero non sia riuscito a organizzare in tempo i concorsi promessi adesso si proceda nell’incertezza e con il rischio di una corsa contro il tempo per far prendere servizio entro il 30 dicembre”.

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