Riaprono le attività a Palermo: file davanti ai negozi e nuove regole per gli accessi
È il giorno della riapertura. Dopo un’attesa durata oltre due mesi, oggi negozi e ristoranti hanno potuto alzare le saracinesche e accogliere i clienti all’interno dei propri spazi.
Le mascherine all’aperto ma solo se non si può mantenere la distanza
Sono stati necessari alcuni giorni di negoziazioni tra Stato e Regioni sui termini delle misure di contenimento da adottare in questa nuova fase. Ma alla fine, nella serata di ieri, il presidente siciliano Nello Musumeci ha potuto firmare l’ordinanza relativa alla riapertura delle attività commerciali nell’Isola.
E nel capoluogo siciliano si sono viste lunghe file davanti i principali negozi di abbigliamento del centro, a partire dalle prime ore della mattinata.
Meno persone invece all’interno di bar e ristoranti, nonostante la giunta Musumeci abbia ridotto la distanza di sicurezza minima da rispettare all’interno dei locali ad 1 metro.
Tra le novità introdotte anche l’obbligo di indossare la mascherina protettiva all’aperto. Sono esentati dalla disposizione i minori di sei anni e le persone affette da disabilità che ne rendano impossibile l’utilizzo.
Parrucchieri e barbieri, una nuova routine
Riaperti da oggi anche parrucchieri, barbieri e centri estetici. Sono autorizzati, anche al domicilio, i servizi di cura alla persona quali acconciatori, barbieri ed estetisti con l’obbligo di visiera e mascherina per l’operatore, mentre il clienti dovrà indossare una mascherina anche solo chirurgica.
Nelle settimane che hanno preceduto l’apertura tutti si sono attrezzati per ricominciare seguendo le regole, i clienti hanno avuto accesso uno alla volta o massimo due, a seconda degli spazi, mantenuta la distanza obbligatoria di un metro tra i clienti e obbligo di prenotazione.
Sono sospese al momento le attività dei centri benessere, compreso l’uso di saune e bagni turchi in altri luoghi pubblici o aperti al pubblico, e dei centri termali, ad eccezione per la erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza.
Foto di Francesco Militello Mirto