Confcommercio Palermo su zona rossa: “Ce la siamo meritata? I dati sono giusti?”

“Troppe chiacchiere e nessun fatto concreto, come sempre. Troppo comodo. Quella di Palermo non è un’emergenza, è una situazione figlia di una macchina organizzativa che evidentemente non ha funzionato, ammesso che i dati siano corretti e non buttati a casaccio. Perché non conosciamo i numeri, non c’è trasparenza. E ammesso che ci fosse, non abbiamo garanzie di gestione adeguata dei dati, visto il sistema confuso e medievale se anche in buona fede”.

Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, rilancia le critiche sulla gestione dell’emergenza sanitaria. 

“Siamo stanchi di una classe politica che agisce come un “notaio” e assume posizioni pilatesche o addirittura autoritarie e arbitrarie – prosegue la Di Dio -. Noi rispettiamo le disposizioni ma vorremmo essere certi che non ci troviamo dinanzi ad abusi, visto che i dati non sono quelli che sancivano la zona rossa secondo i parametri nazionali. Comincia l’ennesima settimana di chiusura, ma solo per quelle poche, funestate e sventurate categorie, a nostro avviso tanto inutile quanto evitabile. Ci costringono alla chiusura con solo poche ore di preavviso, senza alcun rispetto del nostro lavoro e della nostra rovina. A giudicare dai fatti, nessuno si preoccupa o è in grado di trovare la soluzione per aiutare le imprese concretamente e non con le chiacchiere. E, cosa ancor più grave, nessuno ha pensato un nuovo e più efficace modello di contrasto alla pandemia. Più è dimostrato che le misure adottate in passato non hanno funzionato e più si insiste a riproporle”.

“Di fronte a disfunzioni, leggerezze e iniquità non abbiamo mai sentito ammissioni di responsabilità o provvedimenti sanzionatori nei confronti di responsabili. Solo chiacchiere ed inutili riunioni. La colpa è sempre degli altri. Tanto poi sono gli imprenditori, le aziende e le partite Iva, cioè le categorie che producono reddito e che versano le tasse più cospicue, a pagare il conto finale di comportamenti e decisioni inutili, incoerenti e inique”. 

“Per quanto riguarda le responsabilità di ciò che non dipende dalle chiusure ma di ciò che deve funzionare, sappiamo per certo che ancora non funziona la campagna vaccinale: ai ritmi attuali, in base alla nostra simulazione con la media degli ultimi giorni, soltanto nei prossimi anni, ed esattamente ad aprile 2022, verrà completata la somministrazione della prima dose. Di questo chi ne risponde?”

“Questa nuova deleteria zona rossa – conclude la Di Dio – comporterà ulteriore danni all’economia cittadina. stimati approssimativamente in 50 milioni di euro. Chi e quando rimborserà questo danno? Questa settimana di chiusura forzata darà il colpo di grazia ad altre imprese già in agonia, avremo la perdita di altri numerosi posti di lavoro che si aggiungeranno al milione di posti di lavoro già persi in Italia. Chi paga per questo? L’inadeguatezza ha un costo. E’ passato un anno e sembra di essere all’anno zero nella lotta alla pandemia”. 

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