Accoglienza a Palermo: guerra di numeri tra Mattina e Gelarda

Negli ultimi giorni si è acceso un dibattito sul MSNA, il sistema di accoglienza dei migranti nelle famiglie di Palermo. L’iniziativa è stata promossa con entusiasmo dall’amministrazione Comunale nel luglio 2019. Il bando mirava a trovare cittadini palermitani disposti ad ospitare profughi e rifugiati in casa a proprie spese.

Secondo il consigliere e capogruppo della Lega Igor Gelarda però il progetto ‘Refugees Welcome’ non avrebbe riscosso molto successo tra le famiglie del capoluogo siciliano. “Un flop totale”, lo ha definito Gelarda.

“Solo 4 le famiglie palermitane, sulle 262 mila presenti, hanno fatto domanda e solo 2 quelle che poi hanno davvero accolto a casa loro rifugiati. Si tratta dello 0,0007 % dei palermitani! Questa è la dimostrazione pratica e concreta che predicare l’accoglienza è una cosa, praticarla è un’altra“.

“In un momento di difficoltà economico e sociale come questo – continua Gelarda – la gente ha già problemi di sopravvivenza, deve trovare il modo di pensare ai propri di figli e non può sostenere, tra l’altro gratuitamente, i figli degli altri. L’ennesima prova che la demagogia immigrazionista del sindaco Orlando è scollegata dalla realtà”.

Ma l’assessore comunale alla Cittadinanza sociale Giuseppe Mattina non ci sta, e ha risposto a Gelarda dando la propria versione sull’accoglienza dimostrata dai cittadini palermitani. L’assessore ha affermato che il Comune ha inserito in affido ordinario, quindi con processi ormai sperimentati, 6 ragazzi MSNA nel 2017, 11 nel 2018, 5 nel 2019, 4 nel 2020. Attivati affidi anche per altri 12 ragazzi con il progetto Terra Ferme. 

“Inoltre gli affidi sono attivati soprattutto per chi ha meno di 14 anni, invece la maggior parte dei minori stranieri arrivati a Palermo ha più di 14 anni, nello specifico 16 e 17 anni. Per loro vengono attivati percorsi di autonomia che non si possono definire affido ma che nella sostanza sono molto simili. I percorsi attivati sono oltre cinquanta, con l’aiuto dei tutori volontari. I percorsi attivati con il progetto “Refugees welcome” si sommano a tutti gli altri”.

Mattina ha ammesso anche che la pandemia ha causato un rallentamento dei progetti di accoglienza, ma che le attività non si sono fermate e i percorsi rimangono operativi. Queste iniziative, continua l’assessore, sono finanziate da enti internazionali come UNICEF, Alto Commissariato per i Rifugiati, e Cnca, e non hanno costi per l’amministrazione.

“Decine di organizzazioni cittadine operano per l’integrazione e l’accompagnamento dei bambini e degli adolescenti a Palermo. Giornalmente questi ragazzi sono sostenuti in percorsi di inserimento scolastico e lavorativo e vivono la città come la loro casa e la loro città. Migliaia di cittadini palermitani sono coinvolti in questi percorsi. Decine di enti, le scuole, l’università, la Caritas, le parrocchie”.

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