Wearable device, cosa sono e perchè saranno utilizzati a Catania
Wearable device, cosa sono e perchè saranno utilizzati a Catania? L’Azienda ospedaliero-universitaria “Policlinico” guarda sempre più al futuro, grazie anche agli avveniristici “wearable device”, dispositivi informatici indossabili, per migliorare e potenziare la didattica, la formazione, la ricerca e l’assistenza agli utenti.
Una triplice azione “multimediale” è stata illustrata nella sala conferenze dell’Edificio 8 del Presidio “Rodolico” del “Policlinico” dal direttore generale Paolo Cantaro alla presenza del rettore Francesco Basile, del presidente della Scuola Facoltà di Medicina, prof. Giuseppe Sessa, e dei direttori dei dipartimenti della Scuola dell’ateneo e del Policlinico.
La prima azione, presentata tramite “rendering”, prevede l’installazione di nuovi allestimenti nei tre piani dei locali del corpo Aule e Biblioteca della Scuola “Facoltà di Medicina” (Edificio 13) con dispositivi informatici di ultima generazione. Saranno realizzate tre aule con tavoli circolari, muniti di tablet e maxischermi multimediali sulle pareti, che consentiranno agli utenti di accedere a banche dati con articoli, pubblicazioni e casi clinici.
Wearable device, arrivano gli “Hololens”
La seconda azione riguarda l’uso degli “Hololens”, un wearable device (dispositivi informatici indossabili), ancora non presenti sul mercato italiano, che consentiranno di riprodurre scenari di “Mixed Reality”, attraverso la fusione di mondi reali e virtuali in cui gli oggetti fisici e digitali coesistono e interagiscono in tempo reale.
L’applicazione di queste tecnologie, che prevedono la riproduzione virtuale della realtà, consentirà, nel campo dell’istruzione e delle scienze mediche, di favorire lo studio dell’anatomia, di visualizzare le differenze tra tessuti sani e malati e di comprendere la fisiologia del corpo umano attraverso la “realtà immersiva”.
Wearable device per simulare le tecniche di intervento
Un innovativo strumento didattico che permetterà di mostrare a studenti e medici, in modo realistico e senza la presenza del paziente, la simulazione di tecniche di intervento che consentiranno di stabilire la migliore strategia operatoria. Permetteranno, inoltre, di implementare il binomio medicina-tecnologia all’interno del “Serpente” delle Alte specialità del “Policlinico”.
Questo grazie alle modernissime sale operatorie, di cui due ibride, attrezzate con apparecchiature all’avanguardia fra cui un sistema di chirurgia robotizzata (in corso di installazione) che permetterà di effettuare interventi di chirurgia laparoscopica, anche da remoto.
“Hololens” – un visore senza cavi che monta lenti che utilizzano sensori avanzati dotati di un display ottico 3D ad alta definizione e un sistema di scansione spaziale dei suoni – consente di poter fruire di applicativi di realtà aumentata attraverso una interfaccia olografica con cui interagire con lo sguardo, la voce o con i gesti delle mani. Proprio l’Ateneo di Catania ha già avviato, a tal proposito, le procedure per l’acquisizione dell’attrezzatura robotica per dare inizio alla formazione dei chirurghi di domani.
La terza azione prevede un’applicazione scaricabile sul proprio telefonino in grado di indicare agli utenti il percorso più breve e comodo per raggiungere qualunque punto all’interno della struttura ospedaliera oltre a indicare il posto auto libero più vicino alla loro destinazione, facilitando e riducendo così i tempi dedicati alla ricerca del parcheggio.
“Stiamo cercando di implementare la didattica sulle basi anatomiche e sui percorsi diagnostico-terapeutici per le patologie di maggiore riscontro comune con tecnologie più moderne e quindi grazie alla realtà virtuale e alla realtà aumentata e con software più recenti – ha spiegato il rettore Francesco Basile -. Grazie a queste nuove tecnologie saremo in grado in tempi brevi di insegnare in maniera sempre più moderna anatomia e patologie e terapie medico-chirurgiche”.
Dal paradigma dell’insegnamento frontale ex cathedra al modello dell’apprendimento sul campo
“È fondamentale passare dal paradigma dell’insegnamento frontale ex cathedra al modello dell’apprendimento sul campo – ha spiegato il direttore generale del Policlinico, dott. Salvatore Paolo Cantaro -. L’evoluzione della formazione deve considerare la necessità dei discenti adulti di apprendere in relazione al bisogno di sapere e di saper fare”.
Le idee progettuali sono state presentate dal responsabile del Centro servizi multimediale del Policlinico, dott. Salvatore Favitta, a nome di un gruppo di lavoro multidisciplinare coordinato dal prof. Carlo Vancheri e composto dall’ing. Damiano Nicosia, da professionisti nel campo delle professioni sanitarie e dal dott. Angelo Gambera che ne ha curato gli aspetti didattici e formativi.
Il gruppo di lavoro, per circa un anno, ha condotto analisi e studio di fattibilità partecipando in qualità di “key opinion leader” a diverse manifestazioni nazionali ed internazionali riuscendo ad individuare le soluzioni idonee alla realizzazione di strutture didattiche tra le più moderne ed innovative nel panorama italiano.