Violenza sugli animali, la storia del cane Matteo: un’azione per chiedere giustizia
Violenza sugli animali. La Task Force Animalista, Associazione Culturale/Politica, che si propone statutariamente lo scopo di promuovere la tutela e il rispetto di tutti gli animali come esseri senzienti, attraverso iniziative volte a sollecitare la modifica del Codice Civile e della Costituzione, per ottenere il superamento della concezione dell’animale come “res” e che è presieduta da Carolina Sala, ha dato mandato ai suoi avvocati Daniela Russo e Nicola Tamola di presentare un esposto alla Procura di Siracusa per denunciare i gravi fatti che hanno portato alla morte il cane Matteo.
Riservandosi, inoltre, di costituirsi parte civile. Carolina Sala, Presidente dell’Associazione, promette che “la costanza, la forza, la dedizione, il coraggio e l’impegno della grande squadra del direttivo e di tutti gli associati, permetterà presto di fare giustizia dove, ancora, giustizia non c’è”, aggiungendo che sogna di “mettere l’Italia in orizzontale, annullando le differenze tra nord e sud, per quanto riguarda la tutela animale”.
Violenza sugli animali: la morte di Matteo
Un cagnone buono, col manto color caffè, di circa nove anni di nome Matteo, il 7 maggio 2020, veniva trascinato in aperta campagna a cinquanta chilometri orari da A.R., proprietario di una Dacia Duster bianca alla quale è stata agganciata, dal suddetto personaggio, una catena di ferro di quattro chili al paraurti e appesa al collo di quella povera anima di Matteo che, il suo “papà”, avrebbe dovuto amare e proteggere. Invece lo ha trascinato per chilometri, tra l’indifferenza dei passanti, in una Sicilia ancora troppo omertosa.
Solo Samuele, un ragazzo buono e coraggioso, ha avuto il coraggio di fermarlo, fotografando la targa e il terribile gesto, quando ancora Matteo era vivo, ma Samuele non lo sapeva e, pensando fosse morto, dopo aver fatto di tutto per costringere l’assassino a demordere da quello che stava facendo, ha girato la macchina per correre dai vigili a denunciare.
Il tutto mentre A.R. proseguiva la sua infame corsa per portare Matteo alla Morte. Samuele, mandato via dai vigili, perdendo un’ora di quel preziosissimo tempo in cui, se fossero intervenute tempestivamente le autorità, magari Matteo si sarebbe potuto salvare, è accorso dai Carabinieri che sono intervenuti trovandosi di fronte una scena indimenticabile e dolorosa.
Il dolore di chi ha tentato di salvargli la vita
Matteo era stato scaraventato e abbandonato a bordo strada, con la sua catena pesante e una scia di sangue sull’asfalto stradale lunga chilometri.
Il veterinario, Dott. Zappulla, riferisce che “Matteo era in forte stato di shock, cute, tendini e legamenti non sono più visibili”.
Il cane, alle ore 18.10, decedeva tra le lacrime dei presenti, del veterinario, di Samuele e delle volontarie dell’Oipa di Siracusa, presiedute da Amelia Loreto, e moriva tra le nostre di lacrime. Le lacrime degli italiani che, tramite un video girato nello studio del veterinario, in diretta tutti noi abbiamo percepito l’enorme dolore di Matteo e di chi ha fatto di tutto per salvarlo, senza riuscirci. Un dolore che non deve essere impunito!