Dopo la notizia che gli editori del Giornale di Sicilia hanno presentato un progetto di smobilitazione che parla di un esubero di redattori del 50 per cento, sono piovute da ogni parte manifestazioni di solidarietà da parte di rappresentanti delle istituzioni a vario livello, dal mondo politico e anche dal comparto giornalistico.
Nel piano annunciato dagli editori si parla di un possibile taglio di 17 redattori sull’organico di 34.
Immediata la reazione del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che ha garantito: “Il mio governo segue con attenzione e preoccupazione gli sviluppi delle varie vertenze che nell’Isola rappresentano la cartina di tornasole della crisi galoppante che, ormai da tempo, ha investito l’editoria, soprattutto quella cartacea.
Ecco perché con l’ultima Legge regionale di stabilità abbiamo stanziato dieci milioni di euro per il settore, destinando il 40 per cento proprio alla carta stampata. Risorse alle quali, a brevissimo, le aziende potranno accedere. Non basta questa boccata d’ossigeno, ma è già qualcosa. Lo sciopero annunciato dalla redazione del Giornale di Sicilia è certamente un segnale dell’inasprimento dei rapporti tra editore e giornalisti. Auspico che le risorse finanziarie messe in campo dalla Regione aiutino a trovare una rapida composizione della vertenza e a fermare il Piano dei tagli annunciato. Sarebbe bello se cronisti e azienda tornassero prontamente a dialogare, in un clima sereno, per trovare le soluzioni più idonee a superare questo momento di difficoltà, rilanciando un quotidiano che ha 160 anni di vita”.
La preoccupazione per il probabile ridimensionamento della redazione del Giornale di Sicilia è al centro di una lettera che il sindaco Leoluca Orlando ha inviato a Lino Morgante, presidente della Società editrice Sud.
“Apprendo con grande preoccupazione – scrive il sindaco di Palermo – delle ultime vicende che riguardano il Giornale di Sicilia e il paventato ulteriore ridimensionamento della sua redazione. Emerge un quadro allarmante sul futuro della testata.
Per questo motivo – continua Orlando – le manifesto l’interesse e la volontà dell’Amministrazione comunale di essere parte attiva di un necessario confronto che, ritengo, deve coinvolgere anche i Governi nazionale e regionale proprio in considerazione delle summenzionate conseguenze delle scelte prospettate. Auspico che in attesa dell’avvio di tale interlocuzione istituzionale, la società voglia soprassedere dall’avvio dell’annunciato piano”.
Interviene anche l’Ordine dei giornalisti di Sicilia, secondo cui “è necessario che vengano mossi tutti i passi per riportare redattori, editori e direzione intorno a un tavolo e trovare una via d’uscita diversa a una crisi drammatica. Invitiamo anche le istituzioni, dalla Regione al Comune di Palermo, a fare sentire la propria voce a sostegno di un giornale che ha svolto e continua a svolgere un ruolo essenziale nella formazione siciliana».
Gli editori del Giornale di Sicilia rispondono duramente alle accuse mosse nei loro confronti di essere sfuggiti agli incontri per trovare una soluzione condivisa: «È davvero grave, oltre che offensivo, che il Cdr ci accusi di sfuggire a incontri e confronti e li invitiamo a provare quando questo è mai accaduto. Ricordiamo ancora una volta che l’accordo in itinere, di cui si chiede la revisione, è stato firmato in sede nazionale. Dunque si sta semplicemente seguendo la procedura corretta prevista dalle norme.
Riguardo infine agli annunciati e ventilati piani di sostegno pubblici – di cui non c’è mai stata traccia in oltre dieci anni di crisi del settore – ad oggi si parla solo di meri prestiti, che vanno comunque restituiti. Non chiediamo certamente contributi a fondo perduto, ma esistono altre misure di democrazia e partecipazione al sostegno, a cominciare per esempio – concludono gli editori – dalla pubblicità legale, l ’azzeramento del cui obbligo è stato deciso da quella politica stessa alla guida delle istituzioni che adesso manifesta preoccupazione e promette interesse e vicinanza”.
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