Verità per Claudio Domino, 35 anni senza risposte: la mamma scende in piazza

Sono 35 anni che i genitori di Claudio Domino chiedono verità e giustizia. Verità su chi abbia potuto ordinare di uccidere a sangue freddo un bimbo di 11 anni che non poteva avere alcuna colpa, e la speranza di una giustizia che metta la parola fine a un omicidio di mafia tra i più efferati e incomprensibili.

Claudio Domino fu ucciso il 7 ottobre 1986 a colpi di pistola a Palermo nel quartiere di San Lorenzo. Da quel momento è caduto il falso mito della mafia che “non tocca i bambini”, tanto da spingere un imputato, Giovanni Bontade, a prendere la parola al bunker per proclamare: “non siamo stati noi!”.

Le piste su chi abba potuto ordinare la morte del piccolo sono varie e tutte fornite negli anni da alcuni pentiti che hanno dato versioni diverse. Erano gli anni del maxiprocesso, la famiglia Domino gestiva una impresa che aveva vinto la gara d’appalto per la pulizia dell’aula bunker, ma nulla è emerso su questa circostanza.

Adesso la mamma, Graziella Accetta, scende in piazza. “Vogliamo sapere tutta la verità sulla morte di mio figlio. Dopo 35 anni, per la prima volta, scendo in piazza per gridare il dolore di una madre a cui hanno ucciso un bimbo di 11 anni senza che si sia mai voluta fare giustizia” dichiara la donna all’Ansa.

Perchè adesso, dopo 35 anni? Perchè è notizia di alcuni giorni fa la dichiarazione del giornalista Lirio Abbate e del procuratore di Lagonegro, Gianfranco Donadio che hanno sostenuto che “il bimbo è stato ucciso da Giovanni Aiello, detto faccia da mostro, un ex poliziotto (deceduto nel 2017) e sospettato di essere un killer al soldo di servizi deviati e criminalità organizzata”.
“Sapere dalla tv vicende che riguardano mio figlio mentre noi non siamo mai stati chiamati per essere informati o aggiornati è incredibile. Noi abbiamo, da sempre, grande fiducia nello Stato e nelle Istituzioni, ma il rispetto dello Stato nei nostri confronti è pari a zero” conclude Graziella Accetta.