La Sicilia Sono stati presentati alla Camera di Commercio di Palermo i dati dell’osservatorio Tagliacarne che hanno messo in luce il pessimo andamento economico delle imprese e dell’occupazione in Sicilia. A margine dell’incontro l’assessore regionale alle Attività produttive Linda Vancheri ha riflettuto su alcuni aspetti dell’economia dell’Isola.
Assessore Vancheri, quali sono le iniziative che La Regione vuole mettere in campo per rilanciare l’economia?
“La Regione sicuramente dovrà usare i fondi strutturali 2007- 2013. Ma si dovranno allo stesso tempo programmare nuovi fondi 2014-2020 in modo tale che questo denaro possa essere un supporto e un valore aggiunto all’economia. Questi fondi non devono essere usati assolutamente come spesa ordinaria. Noi stiamo intervenendo anche dal punto di vista normativo per agevolare le imprese già in crisi”.
L’obiettivo è anche quello di velocizzare gli iter burocratici che spesso rallentano le attività già in crisi lì dove c’è mancanza di liquidità. Qual è il futuro delle aree industriali come quelle di Termini Imerese, Gela e Priolo?
“Sulle aree industriali abbiamo presentato in giunta e al Governo nazionale un documento in cui noi riconosciamo come aree industriali di crisi non solo quelle già note come Termini Imerese, ma anche altre zone franche che si trovano al centro della Sicilia. Queste sono aree che potranno attrarre più facilmente investimenti e dove potremo offrire anche agevolazioni fiscali. Mentre quelle del Siracusano già possono attrarre investimenti, come la Lucoil. Abbiamo già deciso di puntare su aree industrializzate come quelle di Gela e Messina, che oggi sono in crisi e devono essere rilanciate”.
Cosa si può fare nel settore delle infrastrutture in Sicilia?
“Abbiamo in mente di mettere in atto vari accordi di programma. E’ stato firmato un importante contratto con il Cis per l’infrastrutturazione ferroviaria. Ci sono anche le sei grandi opere che abbiamo salvato dai vecchi fondi strutturali e queste verranno messe in atto entro il 2014. Noi vogliamo investire nelle infrastrutture per due motivi: da una parte perché si sblocchino comparti come quello dell’edilizia e dall’altra quello manifatturiero. Ma i siciliani devono anche ricollocarsi a livello internazionale in maniera più competitiva. Dall’altra invece vogliamo sfatare la vecchia idea di Sicilia poco infrastrutturata, affetta dal vittimismo dell’isolamento. Un altro obbiettivo è quello di riuscire a collegare le aree interne della Sicilia per migliorare anche il turismo interno.
Cosa fare per rilanciare il settore del turismo in Sicilia?
“Insieme con gli assessori Stancheris e Cartabellotta abbiamo pensato in maniera strutturata a un turismo enogastronomico. Cercheremo di trattare anche altre materie in maniera da evidenziare le eccellenze della Regione”.
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