Non c’è solo la questione del picco di contagi a Palermo a preoccupare il presidente Nello Musumeci, ieri infatti il governatore ha incontrato Mario La Rocca, il dirigente che ha preso in mano le redini dell’assessorato alla Sanità dopo gli arresti di Letizia Di Liberti e le dimissioni di Ruggero Razza, per fare il punto sulla campagna vaccinale.
Quello che preoccupa è un ulteriore taglio sulle consegne delle dosi di AstraZeneca: ne arriveranno almeno 10 mila in meno rispetto ai 26 mila attesi entro sabato. La Regione sta comunque pensando di rimodulare ancora una volta il piano per allargare agli over 65 il calendario di vaccinazione di aprile recuperando le dosi avanzate nei giorni scorsi.
Sono numerose infatti le rinunce di chi si era già prenotato per ricevere il vaccino di AstraZeneca in questi giorni, probabilmente alla luce delle notizie sui gravi effetti collaterali dopo l’inoculazione del vaccino: ultima in ordine di tempo ieri a Messina dove è stato ricoverato nella Rianimazione del Policlinico di Messina, l’avvocato Mario Turrisi, 45 anni di Tusa, colpito da una emorragia cerebrale. Tre settimane fa aveva ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca.
Tornando alle consegna di vaccini in Sicilia, AstraZeneca aveva promesso di inviare ad aprile, in Sicilia, 192.500 dosi in 4 diverse spedizioni: quella che era attesa in questi giorni che sarà inferiore alle attese. Mentre 35.600 ne sono arriveranno da Moderna e 439.920 da Pfizer.
Oggi La Rocca porterà a Catania un piano per moltiplicare i centri vaccinali e il personale impegnato nella somministrazione: l’obiettivo è rispettare quell’impegno preso col commissario nazionale Figliuolo di portare da 20 mila a 50 mila le vaccinazioni giornaliere.
Per accelerare la campagna Musumeci incontrerà domani i rappresentanti delle farmacie per provare a raggiungere l’obiettivo di iniziare nelle prossime settimane. Altra carta da giocare sarà l’impiego dei medici di famiglia: a Palermo hanno aderito in circa 700 su 900. Domani alla Asp di Palermo ci sarà un incontro in cui i rappresentanti di categoria attendono di conoscere i luoghi dove ogni medico andrà a ritirare le fiale (di Moderna) da iniettare poi ai propri pazienti allo studio o a domicilio.
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