Ultimo confronto tra candidati prima del voto: domani Palermo alle urne

I sei candidati alla poltrona di sindaco di Palermo si sono incontrati ieri sera a villa Filippina per un incontro che chiude la campagna elettorale in vista del voto di domani. Un confronto teso alla luce dell’ultimo episodio che ha visto l’arresto per voto di scambio, ieri pomeriggio, del candidato al Consiglio Comunale di Palermo con Fratelli D’Italia, Francesco Lombardo insieme al mafioso Vincenzo Vella, boss di Brancaccio. Arresto che segue quello di due giorni fa, per lo stesso reato, di Pietro Polizzi candidato di Forza Italia.

“Quello che sta accadendo conferma – dice Franco Miceli candidato del centrosinistra – il nostro grido d’allarme sulla possibilità che la mafia si impossessi della politica e quindi della città. E non si può dire che si chiudano le porte per non fare entrare nessuno quando i diavoli li hai dentro”.

“Questi casi dimostrano che non è la mafia a condizionare la politica ma singole mele marce che cercano ipotetiche scorciatoie elettorali. La Commissione nazionale antimafia ha diramato la lista degli impresentabili. Chiederò ai partiti le dimissioni di quanti, eventualmente eletti, risultino avere legami con Cosa nostra. Se ciò non avverrà sarò io a rassegnare le dimissioni da primo cittadino di Palermo”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla.

Gli impresentabili

Secondo la relazione della Commissione parlamentare Antimafia, a Palermo sono quattro gli impresentabili: tre del centrodestra e uno del Pd. Per il centrodestra Totò Lentini, Giuseppe Milazzo e Francesco La Mantia; Giuseppe Lupo per il Pd.  Per Francesco La Mantia della lista «Noi con l’Italia» in sostegno di Roberto Lagalla, l’Antimafia segnala la condanna per riciclaggio; Totò Lentini che guida la lista Alleanza per Palermo (anche questa in appoggio a Lagalla) è finito nella black list per tentativo di concussione (dibattimento in corso); Giuseppe Lupo del Pd (sostiene Franco Miceli) per corruzione; Giuseppe Milazzo di Fratelli d’Italia (Lagalla) per concussione (dibattimento in corso).

Fabrizio Ferrandelli, si dichiara orgoglioso di non avere nelle sue liste “un solo impresentabile” e rivendica di avere posto in testa al suo programma l’impegno a liberare la città da mafia, corruzione e malaffare.

Francesca Donato ex eurodeputato della Lega nel corso del dibattito pone una questione: “Chi deve rispondere dell’inquinamento mafioso della politica? Non certo i candidati, ma chi compila le liste”.

Rita Barbera, lancia un allarme e chiede che “vengano stretti i controlli sul voto a Palermo e per questo si appella al ministro dell’Interno perché si va verso “elezioni avvelenate”.

Ciro Lomonte sottolinea infine che gli arresti dimostrano che in questa campagna elettorale “c’è una grande questione morale e un’influenza della mafia ormai intollerabile”.