Trapani, Il Comune non rischia il dissesto finanziario

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2 Dicembre 2011 – “Leggo con enorme stupore sul Giornale di Sicilia di oggi, in prima pagina, che “il Comune di Trapani rischia il dissesto finanziario”. E’ una informazione assolutamente priva di fondamento, che denota una scarsa conoscenza delle questioni relative alla gestione finanziaria degli E…

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2 Dicembre 2011 – “Leggo con enorme stupore sul Giornale di Sicilia di oggi, in prima pagina, che “il Comune di Trapani rischia il dissesto finanziario”. E’ una informazione assolutamente priva di fondamento, che denota una scarsa conoscenza delle questioni relative alla gestione finanziaria degli Enti Locali e che determina un danno d’immagine di macroscopiche dimensione al Comune ed alla Città di Trapani”. Lo afferma il Sindaco Girolamo Fazio, il quale precisa: “Il Comune non rischia affatto il dissesto finanziario, ma ha un problema analogo a quello di gran parte degli altri Comuni d’Italia, relativo al rispetto del patto di stabilità”. Fazio evidenzia che “il dissesto finanziario si verifica quando il bilancio non è in equilibrio, cioè quando le uscite sono di gran lunga superiori rispetto alle entrate. Non è il caso del Comune di Trapani, che ha anzi un avanzo di amministrazione di 30 milioni di euro, che però la legge, per rispondere ad una esigenza statale, non gli consente di utilizzare. Cosa ben diversa è il rispetto del patto di stabilità, che non è un’esigenza dei Comuni, ma una esigenza dello Stato per garantire la tenuta del debito pubblico. Il rispetto del patto di stabilità si basa su una serie di regole contabili. In particolare, nel Comune di Trapani, il saldo contabile tra accertamenti ed impegni correnti ed incassi e pagamenti in conto capitale deve essere di circa cinque milioni di euro. La proiezione al 30 novembre 2011 evidenzia che il saldo è inferiore a questa cifra e quindi, se anche per il mese di dicembre si dovessero confermare il trend e non ci fossero interventi correttivi da parte dello Stato, che sono allo studio, si rischia di non rispettare il patto di stabilità. Come si può ben capire c’è una enorme differenza tra una questione – quella del patto di stabilità – di tipo contabile ed un’altra – quella del dissesto finanziario – che invece denoterebbe una cattiva amministrazione. Le due cose sono completamente diverse”.

Il Sindaco Fazio sottolinea inoltre che “la cosa più assurda, nelle regole per il rispetto del patto di stabilità, è che sono comprese anche spese non pertinenti all’attività istituzionale del Comune, ma che il Comune affronta per conto dello Stato. Un esempio su tutti è quello relativo all’amministrazione della giustizia. I Comuni, come Trapani, sedi di tribunali, sono costretti a sostenere, per conto dello Stato, le spese per il funzionamento degli uffici giudiziari. Tali spese vengono inserite nell’ambito dei calcoli per il rispetto del patto di stabilità, sebbene non siano spese del Comune, ma dello Stato. Ne’ d’altra parte, si possono ridurre o eliminare, perché si tratterebbe di fermare l’attività giudiziaria. Lo Stato rimborsa le spese sostenute dai Comuni con notevole ritardo e solo per una parte che non supera il 60, 65%: non sostiene pertanto queste spese per attività di sua competenza ed in più impedisce ai Comuni di sottrarle dal computo per il rispetto del patto di stabilità”.
(Comune Trapani)