Traffico internazionale di droga dalla Spagna a Palermo, un sistema efficace e collaudato scoperto dalle Fiamme Gialle di Palermo.
I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal GIP del Tribunale del capoluogo nei confronti di nove soggetti, indagati a vario titolo per organizzazione e traffico di sostanze stupefacenti, aggravati dalla transnazionalità delle condotte, di cui:
Nei confronti, invece, di Francesco Paolo Taormina (29 anni), Giovanni Ferrara, Antonio Buccafusca (32 anni) e Benedetta Altieri (30 anni) è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora presso il Comune di Palermo.
L’operazione di servizio è stata condotta dagli specialisti antidroga del GICO del Nucleo di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle di Palermo.
Si tratta di un sistema di importazione dalla Spagna di significativi quantitativi di sostanza stupefacente, in particolar modo hashish, destinata al mercato del centro cittadino palermitano.
Il meccanismo era bel collaudato: dalla Spagna a Palermo con la droga dentro dei pacchi regalo affidati a corrieri internazionali.
Il pacco arrivava comodamente a casa. Un traffico che è stato scoperto dal nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, nell’ambito di un’operazione denominata “Chorus – pacco regalo”.
I “pacchi regalo” erano affidati a corrieri internazionali e destinati a nominativi di fantasia localizzati nel centro cittadino, zona ove era competente per le consegne uno dei sodali che lavorava come autista di una ignara società di spedizioni operante in città.
Quest’ultimo riusciva a recuperare i pacchi provenienti dalla Spagna e li consegnava agli altri componenti dell’organizzazione criminale che ne erano gli effettivi destinatari.
Le indagini hanno consentito di ricostruire spedizioni illecite per oltre 180 kg di stupefacente, a cui corrisponde un valore di mercato alla minuta vendita di circa 2 milioni di euro.
I finanzieri attraverso il confronto e l’incrocio di informazioni estratte dalle diverse banche dati in uso alla Guardia di Finanza, hanno accertando l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e la loro capacità economica.
Gli accertamenti hanno quindi portato a dimostrare che gli indagati e i rispettivi nuclei familiari, nell’ultimo decennio, a fronte di redditi leciti per circa 430.000 euro avevano sostenuto spese ed acquisti per oltre 1,2 milioni di euro.
La Procura della Repubblica – DDA ha quindi emesso un provvedimento ablativo d’urgenza, in corso di esecuzione, che ha consentito di sottoporre a sequestro conti correnti, veicoli e imprese per un valore complessivo stimato di circa 500.000 euro.
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