Tonnara di Favignana. Dopo neanche un mese dall’articolo in cui si annunciava la riapertura della Tonnara Florio, inattiva dal 2007, siamo costretti a ritornare sull’argomento, per raccontare del contrario.
La tonnara di Favignana si appresta a chiudere i battenti. Alla base dell’incredibile vicenda c’è il decreto del Ministero delle politiche agricole che ha cambiato in corsa quanto precedentemente deciso. Tutto con la pubblicazione di soli due articoli del D.M. n. 235 del 30 maggio 2019, in cui il Ministero ha, di fatto, ribaltato il contenuto del precedente decreto di assegnazione delle quote tonno, assegnando alla tonnara di Favignana appena 14 tonnellate sulle già esigue 357 a disposizione dei cinque impianti italiani.
Una quantità assolutamente insufficiente per la sostenibilità economico finanziaria delle attività di pesca. Da qui la drammatica conseguenza che già da domani l’azienda di Favignana, la Nino Castiglione, titolare della tonnara fissa, farà comunicazione alla Capitaneria di Porto di ritiro delle reti dal mare.
L’assessore regionale per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera ha dichiarato al riguardo: “A fronte delle 80 tonnellate minime richieste, necessarie per la sostenibilità economico finanziaria delle attività di pesca, in violazione del regolamento comunitario che, a chiare lettere, parla di un’assegnazione di quote tale da rendere sostenibile, dal punto di vista economico finanziario, l’attività di pesca della tonnara, ne sono state assegnate alla Sicilia appena 14 tonnellate. Altro che stimolo alla crescita e sostegno della filiera del tonno rosso, così come dichiarato dal Sottosegretario Manzato che, addirittura, probabilmente ignaro delle reali esigenze, dice che con questo decreto “ha voluto dare una risposta reale alle richieste delle tonnare stesse”.
Con questa iniqua ripartizione, di fatto, a fronte di annunci e proclami, più volte ribaditi da esponenti del Governo nazionale in terra di Sicilia, il Ministero sta condannando la Tonnara di Favignana a chiudere immediatamente i battenti. Chiediamo il ritiro immediato e la modifica di questo decreto e una ripartizione in armonia con il regolamento comunitario, diversamente, non escludiamo ogni iniziativa utile a tutela del settore della pesca siciliana”.
Anche il coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè ha commentato la vicenda, non lasciando dubbi sulle responsabilità da addebitare al sottosegretario del Mipaaft, Franco MANZATO, che a detta di molti non avrebbe ben compreso le reali esigenze delle tonnare. “Oggi è morta la Tonnara di Favignana. Lo ha deciso un sottosegretario della Lega e la cosa – credetemi – non mi dà pace. L’azienda Nino Castiglione, con un enorme sforzo economico e con il sostegno della giunta Musumeci, aveva da poco riaperto la storica struttura dando lavoro a centinaia di maestranze, restituendo al mondo una tra le più grandi tonnare del Mediterraneo e dal passato glorioso.
Soltanto un leghista di Oderzo, comune che dista 50 chilometri dal mare, uno che non sa neanche cosa sia il mare – figuriamoci l’industria conserviera ittica – poteva rendersi protagonista di una distribuzione delle quote tonno a totale svantaggio di Favignana. così Gianfranco Miccichè sulla vicenda.
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