Tensione nelle carceri palermitane, scoppia la protesta dei detenuti
Tensione nelle carceri palermitane. Sono state ore concitate e di grande tensione, quelle vissute negli istituti circondariali del capoluogo siciliano. Ieri sera, in diverse carceri italiane, i detenuti hanno iniziato a protestare contro le misure restrittive decise dal decreto ministeriale per limitare il contagio del Coronavirus.
Nelle zone più colpite dal virus è stata decisa l’interruzione delle visite familiari ai carcerati, da sostituire con telefonate e videochiamate. Sospesi anche i permessi e la libertà vigilata.
Tensione nelle carceri palermitane, i detenuti chiedono misure cautelative speciali per difendersi dal contagio
Questi provvedimenti hanno fatto scoppiare la rabbia dei reclusi, che hanno chiesto maggiori tutele contro il contagio, e la possibilità di ottenere misure cautelative speciali come gli arresti domiciliari.
In alcuni casi, le proteste hanno raggiunto livelli di violenza molto alti. Nel carcere di Modena circa 150 detenuti hanno scatenato una sommossa, devastando le strutture penitenziare. La Questura ha confermato che sei carcerati sono deceduti. Alcuni decessi sarebbero riconducibili all’uso di stupefacenti, e non quindi strettamente legati agli scontri nati all’interno del carcere.
A Pavia i detenuti hanno sequestrato due agenti, e li hanno picchiati violentemente, prima che le forze dell’ordine riuscissero a liberarli.
Le proteste si sono diffuse lungo tutto il paese, fino a raggiungere anche il carcere Pagliarelli di Palermo. Ieri sera, circa 300 detenuti del penitenziario palermitano hanno iniziato a sbattere stoviglie di metallo contro le sbarre, e ad incendiare pezzi di stoffa e cuscini.
I carcerati hanno saputo delle proteste in atto nelle altre strutture penitenziare italiane quando già si trovavano all’interno delle loro celle, e questo ha permesso alla Polizia Penitenziaria di tenere la situazione sotto controllo.
Fuori dal Pagliarelli però i familiari dei detenuti hanno scatenato il caos, bloccando viale Regione Siciliana con cassonetti e pali e chiedendo a gran voce amnistia e indulto per tutelare la salute dei loro cari.
La protesta ha raggiunto in mattinata anche il carcere Ucciardone
La direttrice del carcere Pagliarelli Francesca Vazzana ha cercato di dialogare con i detenuti per riportare la calma. Non nasconde le proprie preoccupazioni però. Vazzana ha dichiarato all’Ansa che in un carcere come quello palermitano, dove ogni cella ospita anche quattro detenuti, è difficile mantenere le distanze previste e gestire un’eventuale emergenza.
Dal Pagliarelli, la protesta si è poi spostata all’istituto circondariale dell’Ucciardone. Diversi detenuti si sono riversati sui tetti del carcere, mettendosi a cavalcioni sui muri. Alcuni hanno cercato di distruggere la recinzione del carcere, ma sono stati fermati dalla polizia penitenziaria.
Al momento gli agenti in tenuta anti sommossa hanno circondato le mura del penitenziario, e le strade intorno al carcere sono state chiuse al traffico.