” Credo che le dimissioni della direttrice del Teatro Biondo Pamela Villoresi siano un atto dovuto a seguito della inaccettabile programmazione annunciata per i prossimi mesi. È subito risultato paradossale che nella prossima stagione teatrale vengano riproposti spettacoli che vedono la stessa direttrice come produttrice e protagonista”.
Lo ha dichiarato Francesco Bertolino, presidente della Commissione Cultura al Comune di Palermo.
“Riconoscendo le indiscusse capacità artistiche della Villoresi e senza entrare nel merito dell’aspetto artistico della stessa proposta, va comunque sottolineato che essa non rappresenta alcuna novità nel panorama culturale, trattandosi di spettacoli già finanziati e prodotti da altri teatri prima di arrivare a Palermo; riproporre uno spettacolo rifinanziato dalla fondazione che vede la stessa direttrice come protagonista, in un periodo in cui le forzate chiusure legate al periodo pandemico hanno provocato l’attuale drammatico momento per tutto il mondo culturale, è quantomeno inopportuno ed è intollerabile che la Villoresi riproponga se stessa in un suo spettacolo già datato, piuttosto che offrire delle opportunità alle tante storiche realtà teatrali e artistiche, e ai tanti nuovi talenti cittadini. Questa scelta di proporre propri spettacoli, purtroppo, è la conferma di quanto avvenuto in questi anni della sua direzione, caratterizzati dallo scarso coinvolgimento delle realtà cittadine e dall’inadeguata capacità di investire sui giovani talenti locali”.
“Oggi, più che mai, sarebbe stata l’occasione per poter voltare pagina e rilanciare le straordinarie eccellenze della nostra città, invece si arriva anche al paradosso che ad una produzione come quella del Marat Sade di Claudio Gioè, sospesa per l’inizio del lockdown, nonostante lo straordinario successo delle prime messe in scena, non venga consentita la sua naturale conclusione. Ulteriore grave responsabilità ha avuto la stessa Villoresi per non aver certo contribuito ad una continuità con la scuola di teatro diretta da Emma Dante, estromettendo anche tutti i protagonisti di quella straordinaria esperienza del recente passato”.
“Per tali ragioni ritengo che le dimissioni e il voltare pagina siano l’unica azione possibile per contrastare un incomprensibile narcisismo della direzione artistica del Teatro Biondo. Mi auguro che tale appello venga accolto dalla direttrice Villoresi. Ma se questo non avvenisse mi rivolgo al Consiglio di amministrazione della Fondazione, al fine di poter far valere la possibilità prevista dal contratto, di una verifica dell’operato, analizzando i tanti aspetti critici di questa gestione, per interrompere questa discutibile direzione artistica, consentendo così di rilanciare il Teatro con le sue straordinarie potenzialità locali che, in una fase così delicata, potrebbero certamente contribuire a ridare al Biondo una visibilità nel panorama culturale nazionale, dove oggi risulta pressoché assente”.
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