Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato.
Guerra Russia-Ucraina giorno 45.
Apro con le minacciose e spaventose parole dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, ancora lui, in una nuova intervista alla rivista americana Newsweek, subito riprese dal sito del Corriere della Sera. Traduco letteralmente dall’inglese, dal sito di Newsweek: “Gli stati occidentali sono direttamente coinvolti negli eventi attuali mentre continuano a pompare l’Ucraina con armi e munizioni, incitando così a ulteriori spargimenti di sangue”, ha affermato Antonov. “Avvertiamo che tali azioni sono pericolose e provocatorie in quanto sono dirette contro il nostro stato”, ha aggiunto. “Possono condurre gli Stati Uniti e la Federazione Russa sulla via del confronto militare diretto. Qualsiasi fornitura di armi e equipaggiamento militare dall’Occidente, effettuata da convogli di trasporto attraverso il territorio dell’Ucraina, è un obiettivo militare legittimo per le nostre forze armate”. Nulla da aggiungere, direi, chiaro, forte, inquietante.
Dopo Bucha, abbiamo imparato ieri a conoscere, attraverso nuove foto e immagini molto forti, terribili, un altro nome che rimarrà iconico in questa immane tragedia: Kramators’k, traslitterato: Kramatorsk.
Come faccio sempre quando accadono cose del genere, cerco aiuto sul web per sapere di più sul luogo e mi viene subito incontro Wikipedia: “… è una città dell’Ucraina orientale situata nell’oblast’ (la regione, n,d.r.) di Donec’k e più precisamente nell’omonimo distretto, dei quali è capoluogo. Nato come gruppo di piccoli villaggi intorno al XVIII secolo la data di fondazione è stata convenzionalmente fissata al 1868 con la realizzazione dell’omonima stazione ferroviaria … il sito di Kramators’k si trovò in posizione adatta, trovandosi in un incrocio di linee. Si trova in uno snodo tra linee che vanno in direzione nord – sud e est – ovest e che collegano la città ad altri centri del Paese tra cui Kiev, Odessa e Kostjantynivka. All’inizio la ferrovia fu a binario unico. Il completamento della struttura venne realizzato nel 1879 e l’edificio, ormai in pietra, aveva due piani. Negli stessi anni cresceva il centro abitato. Durante la seconda guerra mondiale l’edificio storico venne distrutto e nel 1952 fu ricostruito su progetto dell’architetto Syromyatnikov. Un vecchio locomotore è stato posto nel piazzale della stazione nel 2021 come monumento, a ricordo del modello prodotto dall’Unione Sovietica sino al 1957”.
Notizie interessanti perché è proprio la stazione ferroviaria appena descritta, simbolo e origine della città, il luogo della nuova strage che ha inorridito il mondo. Il bilancio del raid aereo con lancio di missili sulla stazione di Kramatorsk si aggrava di ora in ora: almeno 52 persone sono morte, tra cui 5 (ma alcune fonti dicono 10) bambini, hanno perso la vita. Lo ha denunciato il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko. Sono due i razzi che hanno colpito la stazione, utilizzata per l’evacuazione dei civili dalle aree bombardate dalle forze russe, secondo quanto riferito dalle Ferrovie ucraine. La tv Ukraine 24 ha pubblicato le immagini di uno dei missili sul quale si vede la scritta in russo ‘per i bambini’.
Gli Stati Uniti attribuiscono la responsabilità ai russi. La stazione di Kramatorsk “è stata colpita da un missile balistico a corto raggio”, ha stabilito il Pentagono come spiegato dal portavoce, John Kirby, in un briefing con la stampa. “E’ ancora una volta espressione della brutalità della Russia”, ha detto ancora definendo “poco convincenti” le affermazioni di Mosca che le sue forze non sono state coinvolte nell’attacco alla stazione.
Della strage parla nel suo nuovo video il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: “Come il massacro di Bucha, come tanti altri crimini di guerra russi, l’attacco a Kramatorsk deve essere inserito tra le accuse che saranno portate in tribunale, cosa che dovrà accadere … Tutti gli sforzi del mondo dovranno essere diretti a ricostruire ogni minuto. Chi ha fatto cosa, chi ha dato gli ordini, da dove sono arrivati i razzi, chi li ha portati, chi ha dato l’ordine e come l’attacco è stato organizzato. La responsabilità è inevitabile”.
Ma ancora una volta la Russia nega ogni responsabilità. Fino a quando e se potrò, voglio continuare a fare il mio vecchio mestiere seguendo quando mi fu insegnato al giornale L’Ora tra le priorità: ascoltare le due campane, quanto meno cercare di farlo. E allora ecco, tradotta dall’inglese all’interno della notizia pubblicata dall’agenzia di stampa ufficiale TASS, la versione di Mosca, che appare francamente poco verosimile ma questa è: “Chi ha lanciato il missile: – La parte ucraina ha immediatamente affermato che la Russia era complice dell’incidente. Tuttavia, il ministero della Difesa russo ha sottolineato che le forze russe non avevano compiti di fuoco e non ne avevano programmati per l’8 aprile a Kramatorsk. I sistemi missilistici tattici Tochka-U sono utilizzati attivamente dalle forze armate ucraine ma non sono operativi in Russia o nelle repubbliche del Donbass. Il ministero della Difesa russo ha evidenziato che le foto delle esercitazioni militari Russia-Bielorussia Union Resolve 2022 diffuse da Kiev mostrano l’hardware che non appartiene alla Russia. – Secondo i dati del ministero della Difesa russo, l’attacco alla stazione ferroviaria di Kramatorsk è stato lanciato da un battaglione missilistico delle forze armate ucraine della comunità di Dobropolye, 45 km a sud-ovest della città”.
Colpisce e preoccupa molto questo flash ANSA di stanotte alle 2,44: “L’organizzazione umanitaria americana Direct Relief ha detto al Wall Street Journal che, su richiesta del ministro della Salute ucraino, ha inviato a Kiev circa 220.000 fiale di un farmaco che può essere utilizzato per contrastare gli effetti di armi chimiche come gli agenti nervini. Si tratta dell’atropina che viene utilizzata per aumentare la frequenza cardiaca o ridurre le secrezioni di muco nei polmoni o nelle vie respiratorie, dunque è in grado di bloccare gli effetti da avvelenamento causato da agenti nervini. E’ lo stesso farmaco distribuito agli operatori sanitari in Siria nel 2017”.
Da ieri, intanto, restano scolpite nella storia di questa guerra vomitevole come ogni altra le parole tragiche fi Ursula Von Der Leyen: “Qui a Bucha abbiamo visto l’umanità andare in frantumi”. La presidente della Commissione Europea le ha pronunciate sotto la pioggia con un corpetto antiproiettile e circondata, assieme all’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell, da un gruppo di soldati delle forze speciali ucraine che con le divise mimetiche e i caschi mischiate alla scorta. Resta nella storia di questa guerra anche la sua espressione davvero sconvolta davanti alle fosse comuni delle vittime della strage diventata simbolo delle atrocità del conflitto. Ha detto ancora Von Der Leyen: “Qui è successo l’impensabile. Abbiamo visto il volto crudele dell’esercito di Putin, la sconsideratezza e la spietatezza di chi ha occupato la città. Tutto il mondo è con Bucha oggi”.
Poi l’incontro con il presidente Zelensky e, davanti ai microfoni, il gesto simbolico che sembra destinato a segnare un nuovo capitolo per l’Unione: la presidente della Commissione ha mostrato una cartellina con la bandiera europea e quella ucraina sulla copertina. Consegnandola a Zelensky ha dichiarato: “L’Ucraina fa parte della famiglia europea. Abbiamo sentito molto chiaramente la vostra richiesta e siamo qui per darvi una prima risposta positiva: in questa busta c’è l’inizio del vostro percorso verso l’Ue, il questionario per l’adesione all’Unione, che andrà compilato, poi si dovrà fare la raccomandazione al Consiglio. Se lavoriamo assieme, potrebbe essere anche una questione di settimane”. Immediata la replica del presidente ucraino: “Allora ci basterà una settimana”. Ancora Von der Leyen: “Sono profondamente convinta che l’Ucraina vincerà questa guerra, che vinceranno la libertà e la democrazia. Noi lavoreremo assieme all’Ucraina per ricostruirla, con investimenti e riforme. Tutto questo formerà il percorso dell’Ucraina verso l’Unione europea”
Riprendo ancora la TASS per due notizie importanti.
La prima, titolo: “La Russia spera di terminare l’operazione speciale in Ucraina nel “prevedibile futuro” – Cremlino”. E poi: “Mosca spera che l’operazione militare speciale in Ucraina possa essere conclusa nel prossimo futuro, ha detto venerdì ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Ha commentato la sua intervista al canale televisivo britannico Sky News dove in precedenza aveva affermato che la Russia sperava che “l’operazione raggiunga i suoi obiettivi o finisca nei colloqui tra la delegazione russa e ucraina nei prossimi giorni, nel prossimo futuro”. Alla domanda se potrebbe davvero essere questione di giorni, Peskov ha detto: “Stiamo parlando del prossimo futuro”. Ancora propaganda, certamente, del portavoce di Putin, forse per incuriosire il mondo o forse per lanciare messaggi: ma resta indecifrabile la durata di questo “prossimo futuro”.
L’altra notizia: “La Commissione internazionale sulle persone scomparse ((ICMP, dall’inglese International Commission on Missing Persons) prevede di inviare esperti forensi in Ucraina per identificare i morti e documentare come sono morti, ha riferito l’Associated Press, citando il direttore generale del gruppo Kathryne Bomberger. Ha detto che una squadra composta da un patologo forense, un archeologo forense e un esperto nella raccolta di campioni di DNA dovrebbe recarsi in Ucraina all’inizio della prossima settimana. Gli esperti aiuteranno a identificare i morti e stabilire la causa della morte. Il rapporto afferma che il governo ucraino ha chiesto aiuto al gruppo. La Commissione internazionale sulle persone scomparse, con sede all’Aia, è stata costituita durante i conflitti balcanici negli anni ’90. L’organizzazione cerca di identificare i morti, stabilire la causa della morte e localizzare le persone scomparse”. Sarà un lavoro fondamentale per avere certezze su molte cose, sperando che gli esperti possano farlo l meglio.
Chiudo con il Coviddi, ancora ben presente e vivo in Italia con 66.535 contagi e 144 morti. Il nuovo richiamo (quarta dose) del vaccino anti-Covid, fa sapere il Ministero della Salute, è previsto per le persone che abbiano compiuto o superato gli 80 anni di età, per gli ospiti delle Rsa e per coloro i quali siano inseriti nelle categorie a rischio e abbiano un’età compresa tra i 60 e i 79 anni.
E’ tutto, buona giornata.
(foto dal web)
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