#Tanomattinale 3 dicembre 2021: Quirinale, è Super Tutto vs Vecchio B, Patti e noto, tragedie siciliane, l’addio di Angela, il pericolo Omicron
Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
Stiamo per entrare nel periodo che sarà decisivo per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica: le grandi manovre sottobanco e la conseguente campagna acquisti, cominciate da tempo nei palazzi del potere, accelerano in vista della convocazione del Parlamento in seduta comune, ai primi di febbraio del 2022 alla scadenza del mandato di Sergio Mattarella. Sembra, ma non è incredibile: stando a quanto emerge da sondaggi d’opinione in questi giorni, nell’immaginario collettivo di buona parte degli italiani la sfida per il Quirinale sarà tra il Super Tutto Premier Mario Draghi, considerato forse con troppa faciloneria facile vincitore e il vecchio B Silvio Berlusconi, che evidentemente tanti abitanti di un Paese che sembra senza memoria ritengono degno di insediarsi al Colle e rappresentare tutti gli italiani.
Mi astengo da ogni commento in proposito e riporto integralmente una notizia interessante e illuminante nei contenuti dell’agenzia Askanews, che fa capire come stia salendo l’attenzione degli italiani per la prossima sfida presidenziale: “A novembre il tema delle elezioni per il presidente della Repubblica ha prodotto quasi quattro milioni di interazioni sui social, con una sorta di “testa a testa” tra Mario Draghi e Silvio Berlusconi. E’ quanto emerge da uno studio di Socialcom, con l’ausilio della piattaforma Blogmeter, che ha analizzato per Askanews le conversazioni in rete nel mese di novembre per capire il sentiment degli italiani sull’elezione del capo dello Stato. Mentre dell’ex presidente della Bce si parla quasi come fosse il candidato “naturale” a rivestire il ruolo, il leader forzista viene inquadrato quasi come l’unica vera alternativa, pur se molto divisiva e polarizzante. Numerosi sono i timori riguardo il futuro del governo. La figura di Draghi risulta la più autorevole, ma al tempo stessa quella che metterebbe maggiormente in pericolo il fragile equilibrio politico raggiunto con il governo di unità nazionale nato nello scorso febbraio”.
A rafforzare questi dati, ci sono quelli che emergono da un sondaggio svolto dalla società IZI Spa di Roma con un campione rappresentativo della popolazione italiana tra il 19 ed il 21 novembre. Al primo posto tra i candidati al Quirinale, si attesta l’attuale premier Mario Draghi con il 23,4% delle preferenze seguito da Silvio Berlusconi (20,6%) e dal Presidente in carica Sergio Mattarella con il 19,3% delle preferenze. Inoltre, altro dato molto interessante, la stragrande maggioranza degli italiani (59,8%) preferirebbe poter eleggere direttamente il nuovo Capo dello Stato auspicando di fatto un passaggio da una Repubblica Parlamentare ad una Repubblica Presidenziale. Poveri noi, mi verrebbe da dire e lo dico. E credo anch’io sempre di più che sia arrivato il momento che il Parlamento pensi a una donna al Quirinale, sarebbe un grande segnale di maturità della nostra democrazia. Ma con gli interessi biechi che ci sono in gioco, temo sia ancora una chimera. Staremo a vedere, per adesso freno ogni commento irripetibile che mi passa per la testa.
Cronaca, due tragedie siciliane. La prima in autostrada, sulla Messina-Palermo, dove una donna di 37 anni costretta a partorire ha perso il bambino, morto durante il trasporto in ospedale. Non ha fatto in tempo ad arrivare all’ospedale di Patti nel messinese ed ha partorito in una piazzola, aiutata dal suo compagno e da alcuni operai presenti, ma le condizioni del neonato sono peggiorate. Il piccolo e i genitori sono stati soccorsi dal personale del presidio antincendio autostradale e poi dal 118, ma purtroppo il neonato prematuro è morto in ambulanza. La donna che ha perso il bambino è ricoverata all’ospedale di Patti perché a Mistretta, da tempo, non c’è più il punto nascite e la distanza con Patti è di circa ottanta chilometri: dati che fanno riflettere su una di quelle situazioni inaccettabili della sanità siciliana, passate in secondo piano con l’emergenza Covid, ma che dovrebbero essere valutate con grande attenzione dal Ministero della Salute. Seconda tragedia.
A Catania restano disperate le condizioni del giovane 17enne colpito alla testa da un proiettile a Noto. Il ragazzo, è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Garibaldi, ha il cervello compromesso ed è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Nell’ospedale catanese è stata convocata la commissione per l’accertamento della morte cerebrale che potrebbe essere investita della questione. Grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza i carabinieri che stanno indagando sull’accaduto hanno scoperto che poco prima dell’agguato c’era stata una violenta lite tra due gruppo di ragazzi, entrambi appartenenti alla comunità nomade dei Camminanti, come la vittima. In un clima di grande omertà i militari hanno interrogato i familiari del giovane che erano con lui in auto mentre si stanno cercando altri testimoni che possano aver notato chi ha esploso i colpi ferendo il ragazzo.
E ora l’addio dopo 16 anni della grande Angela. Nell’Europa sempre più rossa per la nuova ondata di Coviddi, tranne noi e la Spagna ancora gialli, hanno fatto rumore le parole della ormai ex cancelliera della Germania invasa, con dati terribili, dal contagio del maledetto mostro. “Mi sentirei meglio se fossimo in una situazione come quella dell’Italia”, ha dichiarato la Merkel.La cancelliera tedesca, durante la più che militaresca cerimonia di saluto alle forze armate, ha augurato tutto il meglio a Scholz, che la settimana prossima le succederà alla guida del governo federale della Germania. “I miei 16 anni da cancelliera sono stati pieni di eventi e di sfide. Mi hanno messa alla prova sia come cancelliera che come essere umano. allo stesso tempo mi hanno dato un senso di appagamento”, ha detto nel suo discorso di commiato Angela Merkel, ricordando momenti molto difficili della crisi finanziaria ed economica nel 2008 e di quella dei migranti nel 2015, che hanno chiarito “quanto le istituzioni e gli strumenti internazionali siano indispensabili per poter affrontare le grandi sfide del nostro tempo, cambiamenti climatici, digitalizzazione e migrazioni”.
Ha anche ricordato che “la nostra democrazia vive anche del fatto che trova il suo limite là dove odio e violenza vengono considerati legittimi mezzi di imporre i propri interessi”. La cerimonia, con un numero ristretto di ospiti per il Covid, si è svolta con una sfilata al lume delle torce e diversi brani musicali, fra cui l’inno nazionale. La cancelliera ha sorpreso tutti scegliendo anche le note di una canzone punk: “Du hast den Farbfilm vergessen” (Hai dimenticato la pellicola a colori), un brano di Nina Hagen che nel 1974 ebbe grande successo in Germania est, dove allora viveva una giovane Angela Merkel ventenne.
Finisco con le nuove ambiguità su Omicron. Se da un lato sono molte le autorità sanitarie che rassicurano sulla poca pericolosità della variante sudafricana del SARS Cov-2, c’è chi sostiene che sarebbe in grado in un significativo numero di casi di reinfettare chi ha già avuto la malattia: risulta questo da uno studio preliminare, in corso di revisione per MedRxiv, sito specializzato che distribuisce eprints e documenti inediti sulle scienze della salute. L’indagine si basa sull’analisi di 2 milioni 796mila persone con il SARS-Cov2 in Sudafrica tra marzo 2020 e novembre 2021.Omicron “è associata ad una capacità significativa di evadere l’immunità acquisita da infezioni precedenti” con il virus. Inoltre “non ci sono prove epidemiologiche evidenti di una capacità simile con le varianti Beta o Delta”. Non si sa se Omicron “è in grado di ‘evadere’ l’immunità data dai vaccini, o se la riduce”.
Molta confusione, insomma e non è affatto un bene. Noi, intanto, andiamo avanti con i richiami, questa cosa che in modo antipatico viene chiamata “booster”: io l’ho fatto, mi fa un pochino male il braccio, ma sono molto contento. Fatelo pure voi appena potete.
Buona giornata