#Tanomattinale 29 gennaio 2022: Mattarella, Belloni, Casini, grande è la confusione sotto il cielo del Quirinale; Uruguay, donne in piazza contro la cultura dello stupro; Ucraina, tra paura e diplomazia; Coviddi, anche in Italia a febbraio la pillola Paxlovid
Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato.
Tra poco, alle 9,30, a Montecitorio prenderà il via la settima votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. Ricorro ancora una volta alla celebre frase di Confucio, poi ripresa dal grande timoniere Mao Tse-tung (noi lo chiamavamo così, era in realtà Mao Zedong): grande è la confusione sotto il cielo, del Quirinale aggiungo io, quindi la situazione è eccellente. Accordi che sembrano fatti subito dopo vengono smentiti, nomi di reale prestigio e qualità rischiano di essere bruciati nella logica tritatutto dei veti incrociati e anche sull’altare del grossolano protagonismo egocentrico di qualche Kink Kong maker. Parto dai dati. I 336 nuovi “grazie” di ieri nella sesta votazione non sono più soltanto grazie: ne mancano esattamente 170, anzi 169 per superare il quorum necessario per la rielezione. Senza alzare un dito e senza essere ufficialmente candidato da nessuno. Quelli che hanno dato questo voto al presidente #SergioMattarella, per qualunque ragione lo abbiano fatto, hanno interpretato il sentire della maggioranza degli italiani. Tutti i più o meno leader della politica che stanno più o meno trattando più o meno a vuoto per il nuovo Capo dello Stato dovrebbero seriamente tenerne conto nelle loro estenuanti chiacchiere. Magari andando tutti insieme, prima di votare, dal presidente chiedendogli di ripensarci. Ho l’impressione, mi sbaglierò, che i voti per il presidente uscente continueranno a crescere stamattina a prescindere da ogni eventuale accordo. C’è poi la questione “donna al Quirinale”, che messa così mi sembra francamente offensiva per tutte le donne, che avendo i requisiti giusti hanno pieno e diritto di diventare presidentesse (vi piace così o meglio presidenti?) della Repubblica esattamente come gli uomini, senza che qualcuno con evidente retropensiero maschilista vada sbandierando in giro questa cosa come una grande conquista. Ciò premesso, è certamente di alto e qualificato profilo il nome buttato frettolosamente nell’agone di Elisabetta Belloni, eccellente servitrice dello Stato sicuramente degnissima e titolata, ma non sono a mio umile avviso fuor di luogo le perplessità di chi (tanti, non solo uno che potrebbe averne qualche preoccupazione) sostiene che sarebbe forse inopportuna la candidatura a Capo dello Stato del capo, della capa in questo caso, dei Servizi di Sicurezza, cioè dei Servizi Segreti, degli spioni. Ricordo a me stesso che Vladimiro Putin era capo del Kgb. La questione va dunque ben ponderata, una ripeto stimatissima servitrice dello stato non merita di essere bruciata per un nuovo atto di forza. Come quello partorito dalla genialità politica dell’autonominato, prepotente, chiacchierone fino allo sfinimento “king Kong maker” che ha fatto accucchiare (mettere insieme, cari nordici) una clamorosa e avvilente malacumparsa alla da lui stesso impropriamente definita “vicepresidente della Repubblica” – che avrebbe a sua volta anche potuto non accettare e non farsi triturare- nonché presidente del Senato, nonché seconda carica dello Stato, che ha preso molti voti di meno del potenziale del centrodestra.
E meno voti anche di Romano Prodi quando fu clamorosamente bruciato (ne prese 395). Personalmente non ho fretta, ci vuole la figura giusta, non importa se donna o uomo, basta che sia davvero di tutti o quasi, della stragrande maggioranza del Parlamento comunque. Ora basta con questi strateghi della politica improvvisati e incapaci, che si mettano d’accordo e facciano la presidentessa o il presidente di tutti, dell’Italia Stamattina si riparte dai nomi di Elisabetta Belloni, di Pierferdinando Casini e naturalmente Mattarella. E poi chissà, magari anche il Super Tutto Premier, in intelligente silenzio pubblico.
A proposito di donne, un flash Ansa delle 4,02 ci racconta che a Montevideo, capitale dell’Uruguay, migliaia di donne hanno manifestato contro la violenza sessuale, denunciando la “cultura dello stupro” dell’Uruguay dopo che una donna di 30 anni è stata violentata in gruppo. “No è no” lo slogan gridato nelle manifestazioni organizzate dai collettivi femministi in tutto il Paese, con un grande corteo nella capitale dopo diversi casi di violenza sessuale rivelata nei giorni scorsi. Nei giorni scorsi una donna ha raccontato di essere stata violentata da un gruppo di uomini in un appartamento sul mare a Montevideo, dove era arrivata con uno di loro, conosciuto in un bar notturno e con il quale aveva avuto rapporti consensuali. Lo stupro è stato confermato da una visita medica. “La cultura dello stupro è continuare a dire che gli uomini hanno ‘bisogni’ o ‘impulsi sessuali’ che non possono controllare”, sottolineano i collettivi femministi. “Ci confrontiamo ogni giorno con discorsi che sottolineano la paura, il silenzio e il dubbio”, aggiunge il testo che chiede una migliore educazione sessuale e azioni concrete da parte dello Stato a tutela delle donne.
Ucraina. Il vecchio zio Joe Biden non si fa certo pregare nel buttare legna sul fuoco dell’altissima tensione di queste ore: il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che presto invierà truppe nell’Europa dell’Est. “Sposterò delle truppe nell’Europa dell’Est e nei paesi della Nato a breve”, ha detto Biden ai giornalisti della Joint Base Andrew, “non troppe”, ha aggiunto. E poi, tanto per rincarare la dose di paura, il contenuto della telefonata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky: c’è ”un rischio concreto che i russi possano invadere l’Ucraina a febbraio”. Ma insieme al bastone del presidente guerrafondaio, c’è la carota del capo del Pentagono Lloyd Austin: il “conflitto in Ucraina non è inevitabile”, ha detto in un briefing, precisando che non si conosce ancora la decisione di Vladimir Putin ma che gli Usa hanno un “ferreo impegno” verso i nostri alleati Nato. “Non abbiamo ancora mosso truppe, sono in stato di allerta, pronte per rassicurare i nostri alleati Nato e supportare la Nato stessa o entrambe le cose”, ha aggiunto Austin. Seguiamo con il fiato sospeso, anche per questa ragione sarebbe fondamentale eleggere il nuovo presidente della Repubblica, che è il capo delle Forze Armate.
Chiudo con il Coviddi, i dati sono in miglioramento. Dice il presidente dell’Istituto Superiore di sanità Silvio Brusaferro: “La curva mostra una lieve decrescita e questo dato è attestato sia dall’incidenza sia dall’indice Rt che si sta attestando sotto la soglia epidemica e questa è un’indicazione positiva. Il quadro europeo mostra curve in generale di crescita epidemica mentre il nostro Paese, insieme a qualche altro, comincia a mostrare un’inversione di tendenza e questo è anche un altro segnale coerente con i dati che osserviamo. Resta comunque una elevata circolazione del virus in quasi tutte le regioni”. E intanto la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha definito i criteri di utilizzo del medicinale Paxlovid, farmaco antivirale orale per la cura del COVID-19 dell’azienda Pfizer. Il farmaco aveva già avuto nel dicembre 2021 il parere favorevole della CTS per la distribuzione in emergenza e sarà disponibile dalla prima settimana di febbraio 2022.
Buon sabato