Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno.
Oggi voglio cominciare dalle parole ancora una volta fortissime, impressionanti forse più delle altre volte, dette da Fiammetta Borsellino, figlia del dottor Paolo, ieri sera nello speciale Mafia di Enrico Mentana su La7. Ne riporto un parte, senza commenti, così come arrivano dalle agenzie (fonte Adnkronos, preziosissima): per riflettere, com’è necessario. “Ci fu una anomala accelerazione della strage di Via d’Amelio. Voglio ricordare le parole di mio padre, che disse a mia madre ‘Sarà la mafia a uccidermi, e accadrà quando i miei colleghi lo permetteranno’. E parlò della Procura come un ‘nido di vipere”.
E ancora: “Le anomalie che hanno caratterizzato le indagini e i processi sulla strage di via D’Amelio costituiscono la più grande offesa al popolo italiano”. “Quello che è stato definito in sentenza il più grave depistaggio della storia giudiziaria del paese. E un paese che dopo 30 anni non riesce a fare luce su questo e altri misteri, per me è un paese che non ha possibilità di futuro. La verità non riguarda solo me e i miei familiari, un paese che non fa luce non può progredire”. “I magistrati di allora dovevano indagare bene ma non lo hanno fatto”.
“Ci sono una serie di eventi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi di vita di mio padre all’interno della Procura di Palermo retta da Pietro Giammanco. Elementi che dovevano dare adito a sviluppi investigativi, soprattutto nei primi dieci anni, che sono cruciali ma volutamente si è guardato altrove”. Non aggiungo una sola parola, non mi sembra necessario.Non farò alcun commento neanche sulla tragica rapina di ieri sera, che ha bruscamente riaperto il dibattito sulla legittima difesa: dico solo che ogni strumentalizzazione politica su questa vicenda (già fatta con populistica tempestività da uno a caso, sempre il solito) mi sembra assolutamente prematura e inopportuna, prima della definitiva ricostruzione della vicenda. E anche dopo, io credo: difficilissimo giudicare su certe vicende e sui retroscena anche umani, ancora più difficile immedesimarsi. Anche se resto per principio contrario all’uso delle armi.
Due parole sui fatti, con l’aiuto dell’ANSA. E’ finito nel sangue ieri sera l’assalto ad una gioielleria di Grinzane Cavour, storico borgo della provincia di Cuneo. Due banditi sono morti, colpiti dai proiettili esplosi dal titolare del negozio che nel 2015 aveva già subito una violenta rapina, i loro corpi a terra nella centrale via Garibaldi, lungo la provinciale che collega Alba e Barolo. Un terzo bandito è riuscito a fuggire. Il fatto è accaduto poco prima della chiusura della gioielleria Roggero. Almeno cinque i colpi di pistola esplosi all’indirizzo dei malviventi, che sono morti a pochi metri dall’ingresso del negozio, uno in mezzo alla strada, l’altro all’angolo con una vita laterale. Il complice fuggito è stato poi fermato: ferito da un colpo d’arma da fuoco ad una gamba, si è presentato nella notte all’ospedale Santissima Annunziata di Savigliano, piantonato dai carabinieri. La gioielleria di via Garibaldi era stata rapinata nel 2015. Era il 22 maggio quando due banditi, uno dei quali travestito da donna, si erano introdotti nel negozio, dove avevano legato il titolare, con delle fascette di plastica dopo averlo picchiato con violenza. Legate anche la moglie e la figlia, chiuse in bagno, prima di scappare con un ricco bottino di gioielli e di orologi di circa trecentomila euro. A dare l’allarme le due donne, dopo essere riuscite a liberarsi. Per guarire dalle ferite il gioielliere impiegò diverse settimane. Un precedente terribile, un trauma dolorosissimo per l’uomo che ieri sera ha sparato.
Di controllo delle armi ha parlato stanotte il presidente degli Stati Uniti nel suo atteso e importante discorso al Paese. “Il futuro dell’America è nelle nostre mani”, ha detto Joe Biden spronano un Congresso diviso a cui ha chiesto di appoggiare il suo piano da oltre 4 mila miliardi di dollari per il rilancio del Paese (“il più grande dalla Seconda guerra mondiale”) e di agire una vola per tutte per riformare la polizia, varare una stretta efficace sulle armi da fuoco, lavorare a una riforma complessiva dell’immigrazione. “Non imporrò alcun aumento sulle persone che guadagnano meno di 400 mila dollari. E’ invece ora che le grandi aziende e i più ricchi paghino la loro giusta quota”, ha affermato tra l’altro. Tornando sul caso Floyd, Biden ha chiesto che la riforma della polizia, che porta proprio il nome dell’afroamericano ucciso da un agente a Minneapolis, sia varata il prossimo mese, in occasione della ricorrenza dell’omicidio: “Abbiamo visto il ginocchio dell’ingiustizia sul collo dell’America afroamericana. Ora bisogna voltare pagina, è il Paese che lo vuole”. Infine Biden ha lanciato anche un messaggio a Vladimir Putin e Xi Jinping. “Non vogliamo conflitti o escalation”, ha assicurato, sottolineando però come “la democrazia è l’essenza dell’America e gli autocrati non vinceranno”.
Poche parole, ne avete già lette e ascoltate tante, sui 7 ex terroristi italiani rifugiati in Francia sono stati arrestati a Parigi su richiesta dell’Italia, mentre altri tre sono in fuga e sono ricercati. I dieci sono accusati di atti di terrorismo risalenti agli anni ’70 e ’80. Sono in attesa di essere presentati al giudice per la comunicazione della richiesta di estradizione da parte dell’Italia. Non mi unisco, mi sembra superfluo anzi ridondante, al coro di grandi elogi per l’accordo tra Macron e il nostro Super Tutto Premier e tra i ministri della giustizia dei due Paesi che ha preceduto l’operazione. Mi colpisce e impressiona molto una storiaccia che viene da Napoli, la realtà supera sempre anche le orride fiction.
Duro colpo dei carabinieri al clan “Sibillo”, uno dei gruppi camorristici del centro di Napoli, retto tra il 2013 e il 2015 dai fratelli Pasquale ed Emanuele Sibillo, facente parte della cosiddetta “paranza dei bambini”, giovanissimi diventati, a tempo di record, baby killer e baby boss: arrestate 21 persone accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti, sfruttamento della prostituzione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco con le aggravanti delle finalità mafiose. L’urna funeraria con le ceneri e il busto (nella foto portato via dai carabinieri) del baby boss Emanuele Sibillo era all’interno di un altare dedicato alla Madonna al civico 26 di via Santissimi Filippo e Giacomo, nel cuore di Napoli, dove risiede la famiglia Sibillo. I carabinieri hanno anche fatto rimuovere dall’altare i simboli dedicati al baby boss, ucciso all’età di 19 anni, in un agguato scattato a ridosso di Castel Capuano, in un vicolo soprannominato “vicolo della morte”, roccaforte della famiglia Buonerba, rivale dei Sibillo. All’orrore non c’è limite.
Chiudo, lo faccio personalmente con piacere, con la mozione di sfiducia contro il ministro della Salute e delle Speranza respinta a pieni voti al Senato, in un clima di simpatica ipocrisia e falsa unità e con un vecchio senatore siciliano che sbraitava contro gli ex compagni di cordata politica. “Resterò sempre distante dalle polemiche che danneggiano il prestigio dell’Italia e rendono più difficile il lavoro. Comprendo le ragioni della battaglia politica ma la politica non è un gioco d’azzardo sulla pelle dei cittadini. In un grande Paese non si fa politica su una grande epidemia – ha detto fra le altre cose Roberto Speranza – Nessuno dovrebbe mai dimenticare che il nemico è il virus e che dovremmo essere più uniti che mai nel combatterlo, evitando di cadere nella tentazione di utilizzare la lotta alla pandemia per ragioni strumentali”. E per oggi è tutto, in questa valle di lacrime, troppe. Buona giornata e grazie a tutti.
ULTIMORA, finta festa con stupro di branco. Dall’ANSA Sicilia: “Con la scusa di un invito a una festa hanno attirato in una abitazione di Tre Fontane, a Campobello di Mazara (Tp), una studentessa di 18 anni, poi l’hanno violentata. Con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Mazara del Vallo quattro ragazzi di età compresa tra i 20 e i 24 anni. Due sono finiti in carcere e due ai domiciliari.Le indagini sono iniziate l’8 febbraio scorso, quando la vittima si è presentata dai carabinieri per presentare denuncia. La ragazza ha raccontato di essere stata invitata ad una festa in una casa di amici. Dovevano esserci sia ragazzi che ragazze. Al suo arrivo la vittima avrebbe però trovato solo i 4 arrestati. Dopo alcuni momenti trascorsi tra musica e alcol la giovane avrebbe avuto un rapporto sessuale con uno di loro in una stanza al piano superiore dell’abitazione. Improvvisamente il giovane avrebbe chiamato gli amici. La vittima ha raccontato di aver iniziato ad urlare, di essersi ribellata, ma i quattro l’avrebbero violentata procurandole lividi e contusioni in tutto il corpo. Secondo il racconto fatto ai militari della compagnia di Mazara del Vallo, mentre lei implorava di fermarsi i quattro ridevano”.
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Pubblicato da Gaetano Perricone su Mercoledì 28 aprile 2021
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