#Tanomattinale 2 marzo 2022: guerra in Ucraina: Biden contro “il dittatore russo” chiude i cieli degli Stati Uniti ai voli russi; Lavrov parla a Ginevra in video, i diplomatici si alzano e se ne vanno; oggi (forse) riprendono le trattative; bombardamenti a tappeto, colpita la torre Tv di Kiev, paracadutisti russi a Karkhiv; la risoluzione di condanna del Parlamento europeo, il drammatico intervento video di Zelensky; la tragedia degli innocenti, metà dei profughi sono bambini; femminicidio nel Salernitano

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Guerra Russia-Ucraina, giorno 7. Cominciamo con le durissime e attesissime parole di stanotte del presidente americano Joe Biden (fonte Ansa), aprendo il suo primo discorso sullo Stato dell’Unione cominciato alle 3,10 ora italiana e dedicato in larga parte e pronunciata davanti all’ambasciatrice ucraina Oksana Markarova, invitata applauditissima. “La libertà trionferà sempre sulla tirannia”. Vladimir Putin “ha fatto male i calcoli”: pensava di invadere senza problemi l’Ucraina invece si è trovato di “fronte un muro che non si aspettava, quello degli ucraini”. Putin – ha detto ancora Joe Biden – è più isolato che mai nel mondo, “noi siamo uniti” contro la sua guerra “premeditata e non provocata. Ha rigettato gli sforzi diplomatici. Ha pensato che l’Occidente e la Nato non avrebbero risposto. Ha pensato che avrebbe potuto dividerci. Putin si è sbagliato”.

“Americani voglio essere sincero con voi, come vi ho sempre promesso. Un dittatore russo” sta invadendo un paese straniero e pagherà un prezzo alto per questo. “Nelle battaglie contro le autocrazie, le democrazie sono unite … Ci uniamo al resto del mondo nel chiudere lo spazio aereo americano ai voli russi”, ha detto tra molti applausi bipartisan. “Nel corso della storia abbiamo imparato questa lezione: quando i dittatori non pagano per la loro aggressione creano ancora più caos. E vanno avanti” aumentando i “costi e le minacce per l’America e il mondo. Questo è perché la Nato è stata creata per assicurare la pace e la stabilità in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale”. ”Stasera – ha dichiarato ancora- dico che gli oligarchi russi e i leader corrotti che hanno fatto miliardi di dollari con questo violento regime, non lo faranno più. Il dipartimento di Giustizia sta mettendo insieme una task force che darà la caccia ai crimini commessi dagli oligarchi russi”. Poi anche una gaffe diventata già virale: “Putin – ha detto ancora – può circondare Kiev con i carri armati, ma non conquisterà mai il cuore e l’anima del popolo iraniano”, invece che ucraina. L’età può giocare brutti scherzi.

L’immagine simbolicamente più forte dell’isolamento ormai quasi totale della Russia e dell’altissimo livello di tensione nei rapporti tra la comunità internazionale e il Cremlino arriva da Ginevra: decine e decine di diplomatici si sono clamorosamente alzati in piedi e ritirati, in segno di protesta contro l’invasione dell’Ucraina. da due incontri alle Nazioni Unite in cui il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov era chiamato a tenere una dichiarazione video. Lavrov ha parlato in videocall alla Conferenza sul disarmo e al Consiglio per i diritti umani, a cui aveva programmato di partecipare prima che la chiusura dello spazio aereo ai velivoli russi da parte di diversi Paesi europei gli impedisse di andarenella città svizzera. «Quello che ha visto è un forte sostegno all’Ucraina», ha affermato Bonnie Jenkins, sottosegretario di Stato americano per il controllo degli armamenti e la sicurezza internazionale, commentando il boicottaggio della riunione sul disarmo. E’ stato sicuramente un gravissimo e umiliante smacco per Lavrov, diplomatico di grandissima esperienza, da sempre massimo rappresentante di Putin nei rapporti con gli altri Paesi.

Riprendono forse oggi le trattative cominciate lunedì. Scrive la TASS e io traduco al solito dall’inglese: “Un altro round di colloqui tra le delegazioni russa e ucraina è previsto per il 2 marzo, ha affermato martedì il media ucraino Zerkalo Nedeli. Un altro media, Glavkom, citando fonti della delegazione ucraina, ha divulgato i termini avanzati dalle parti durante il primo incontro. Ha affermato che la Russia avrebbe chiesto all’Ucraina di impegnarsi a dichiarare la sua neutralità a livello parlamentare e di organizzare un referendum su questo argomento. A parte questo, la parte russa ha chiesto all’Ucraina di riconoscere le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk nei confini amministrativi delle regioni corrispondenti e di ritirare la sua richiesta di restituire la Crimea all’Ucraina.

L’Ucraina, secondo Glavkom, ha chiesto un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe dal suo territorio”. Dopo il primo incontro avvenuto lunedì sul confine tra Ucraina e Bielorussia, quello di dovrebbe aver luogo nell’area occidentale di Bialowieza Forest del Paese: “tuttavia non c’è ancora certezza sull’evento”, ha sottolineato stamattina l’agenzia di stampa russa.

Sul campo, le forze armate russe hanno colpito la Torre della Tv di Kiev. Il raid russo ha provocato almeno 5 vittime. Inoltre, l’attacco ha interrotto la diffusione dei canali televisivi. L’aviazione russa ha compiuto un altro pesante attacco su Kharkiv – dove sono atterrati i paracadutisti russi – colpito un edificio residenziale di cinque piani a Novobavarskyi Avenue, che è stato parzialmente distrutto, provocando almeno 7 vittime. Altre 24 persone sono rimaste ferite, di cui 11 sono ricoverate in ospedale, compreso un bambino. Lo hanno riferito i servizi d’emergenza locali, citati da media ucraini.Intanto il Parlamento europeo ha approvato una durissima risoluzione di condanna dell’invasione russa nel territorio dell’Ucraina e che invita le istituzioni dell’Unione europea ad adoperarsi per concedere all’Ucraina lo status di Paese candidato all’adesione all’Ue. Il testo, non legislativo, è stato approvato con 637 voti favorevoli, 13 voti contrari e 26 astensioni.

Ecco, stralci dal comunicato ufficiale: “In una risoluzione approvata martedì, i deputati europei condannano con la massima fermezza l’aggressione militare illegale della Federazione russa nei confronti dell’Ucraina e chiedono che il Cremlino ponga immediatamente fine a tutte le attività militari in Ucraina. Il Parlamento denuncia anche il ruolo del dittatore bielorusso Aliaksandr Lukashenko nell’aggressione. I deputati al Parlamento europeo “respingono categoricamente la retorica russa che fa riferimento al possibile ricorso ad armi di distruzione di massa”, ricordando “alla Federazione russa i suoi obblighi internazionali” e mettendo in guardia “dai pericoli di un’escalation nucleare del conflitto”.Invitano la Commissione e i Paesi dell’UE “a prestare un’assistenza umanitaria di emergenza supplementare all’Ucraina, in cooperazione con le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite e con altre organizzazioni partner internazionali”. La risoluzione adottata invita “le istituzioni dell’Unione ad adoperarsi per concedere all’Ucraina lo status di paese candidato all’adesione all’UE”. Tale procedura dovrebbe essere “in linea con l’articolo 49 del trattato sull’Unione europea e sulla base del merito”. Nel frattempo, l’UE dovrebbe “continuare ad adoperarsi” per l’integrazione dell’Ucraina “nel mercato unico dell’Unione” in virtù dell’esistente accordo di associazione UE-Ucraina.

Pur accogliendo con favore la rapida adozione di sanzioni da parte dell’UE, i deputati chiedono “che la portata delle sanzioni sia ampliata e che esse siano mirate strategicamente a indebolire l’economia e la base industriale russe”.

Destinate a restare nella storia del Parlamento europeo le parole drammatiche del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in collegamento video con l’assemblea plenaria riunita per discutere della crisi. “Noi stiamo combattendo per i nostri diritti, per le nostre vite. Ora combattiamo per la sopravvivenza, che è la motivazione più forte. Ma combattiamo anche per essere membri uguali d’Europa. Senza l’Ue l’Ucraina sarebbe sola: abbiamo dimostrato la nostra forza. Provateci che siete al nostro fianco, che non ci abbandonerete. Mostrateci che siete veramente europei. E la vita prevarrà sulla morte, la luce prevarrà sulle tenebre. Gloria all’Ucraina. Nessuno ci spezzerà: siamo forti, siamo ucraini”, ha continuato Zelensky. Dopo i missili lanciati oggi sulla piazza della Libertà di Kharkiv, “d’ora in poi tutte le piazze delle nostre città si chiameranno piazza della Libertà. Stamani due missili hanno colpito la piazza della Libertà, a Kharkiv, ci sono state dozzine di vittime. Questo è il prezzo della libertà. Noi combattiamo per la nostra terra, per la nostra libertà”.

In Ucraina, ha aggiunto il presidente, “abbiamo il desiderio, credo normale, di vedere i nostri bambini vivi. Ieri 16 bambini sono stati uccisi. E ancora Vladimir Putin dice che le sue operazioni puntano alle infrastrutture militari: i bambini in quale fabbrica militare lavorano? Quali carri armati guidano? Quali missili tirano? Putin ha ucciso 16 persone ieri. Ogni giorno, per qualcuno, questo giorno è l’ultimo. Pagano il prezzo estremo per difendere la libertà. Abbiamo avuto cinque giorni di piena invasione russa. Stiamo sacrificando i nostri migliori uomini, i più forti, i più preziosi. Molto spesso – continua – diciamo che vinceremo contro chiunque. E vinceremo contro chiunque. Mi piacerebbe piacere sentire da voi la scelta dell’Ucraina per l’Europa”. Netta la posizione dell’Italia, espressa dal Super Tutto Premier Mario Draghi alle Camere. L’Italia “non si volta dall’altra parte”: di fronte all’attacco “ingiustificato” e “brutale” sferrato dalla Russia all’Ucraina, il premier Mario Draghi schiera l’Italia con gli alleati e chiede al Parlamento di approvare una scelta “senza precedenti” nella storia europea, quella di inviare armi a un Paese in guerra, con un voto poi arrivato a larghissima maggioranza in entrambi i rami. (224 sì al Senato, dai 459 ai 521 sì alla Camera, tenendo conto che la mozione è stata qui frazionata in 12 parti e la bocciatura delle mozioni contrarie).

“Non è vero che ci siamo rassegnati a non perseguire la pace, vi ringrazio molto del ruolo che alcuni mi vogliono attribuire, ma non credo che occorra cercare un ruolo: occorre cercare la pace e questo potete contare che lo farò con tutta la mia volontà, senza pausa”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante la replica alla Camera dopo le comunicazioni sugli sviluppi della crisi ucraina. “La pace si troverà in un ambito multilaterale non esiste più la pace fatta di due Stati che si mettono d’accordo, solo in quell’ambito si trova la pace. Così come la risposta all’aggressione è stata multilaterale. Ed è qui che sta la nostra forza … Per avere la pace bisogna volere la pace, e chi ha più di 60 km di carri armati alle porte di Kiev non vuole la pace. In questo momento la diplomazia è fatta di dialogo ma anche di forza”. Nell’orrore della guerra in Ucraina c’è la grande tragedia degli innocenti. “La situazione dei bambini e delle famiglie coinvolte nell’escalation del conflitto in Ucraina peggiora di minuto in minuto. I combattimenti si stanno avvicinando alle popolazioni civili, più vicino alle case dei bambini e alle scuole, agli ospedali e agli orfanotrofi”, ha detto Catherine Russell, direttore generale dell’Unicef ricordando che 7,5 milioni di bambini sono in una condizione di “grande rischio” e che “la metà delle persone in transito sono bambini.

I danni alle infrastrutture hanno lasciato centinaia di migliaia di persone senza acqua potabile ed elettricità. Le armi esplosive e i residuati bellici nelle aree popolate sono pericoli reali e presenti. Almeno 13 bambini sono stati uccisi, secondo i dati verificati dall’Unchr, e ci aspettiamo che questo numero aumenti con l’infuriare dei combattimenti. Molti bambini sono stati feriti. E molti altri sono profondamente traumatizzati dalla violenza che li circonda. In centinaia di migliaia non vanno a scuola. E tutti i 7,5 milioni di bambini in Ucraina sono in una situazione di grande rischio”.

E su questo fronte c’è anche una bella storia da raccontare: nel trasferimento dell’ambasciata d’Italia da Kiev a Leopoli l’ambasciatore Pierfrancesco Zazo, riferisce l’ANSA, è riuscito a portare in salvo anche circa 20 minori, tra questi 6 neonati, che aveva accolto in ambasciata in questi giorni perché privi di un posto sicuro dove stare. L’ambasciatore Zazo è stato l’ultimo rappresentante diplomatico europeo, in ordine di tempo, a trasferire l’ambasciata a Leopoli, una decisione dettata dalla necessità di assicurare la piena operatività della sede diplomatica a sostegno dei connazionali. Una testimonianza anonima: “Vorrei ringraziare l’Ambasciatore Zazo e tutto il suo staff per l’aiuto che ha dato agli italiani bloccati in Ucraina. Ci ha aperto le porte dell’Ambasciata, insieme a decine di altre persone, fra cui moltissimi bambini. Siamo stati accolti nell’abitazione dell’Ambasciatore che ci ha messo a disposizione cibo e un rifugio”.

Chiudo con la notizia dell’ennesimo femminicidio, avvenuto ieri a Pontecagnano Faiano (Salerno), in via Tevere, dove il 40enne Alfredo Erra ha fatto irruzione, sparando contro la parrucchiera sua ex Anna Borsa, 30 anni, che è stata colpita mortalmente alla testa. Nell’aggressione è rimasto ferito anche l’attuale compagno di Anna, ricoverato in ospedale ma non in pericolo di vita. L’omicida è fuggito, e dopo alcune ore è stato bloccato in un’area di servizio della A2, l’Autostrada del Mediterraneo, in stato confusionale. Dopo aver ucciso la sua ex fidanzata, l’omicida ha rivolto la pistola contro di sé esplodendo un colpo per togliersi la vita. Erra, però, è solo riuscito a ferirsi: ha abbandonato l’arma accanto al corpo esanime della donna ed è fuggito, con un proiettile conficcato nel cranio.

L’uomo si trova ora piantonato in ospedale e oggi verrà sottoposto a intervento chirurgico. Il delitto è avvenuto nel salone in pieno centro. “Aveva paura, era pensierosa Anna”, ha raccontato all’Ansa Simona Cataldo, una delle ultime clienti ad essersi recata nel negozio prima della sparatoria. “Anna – spiega Simona – non voleva più andare a lavorare. Mi aveva confidato di voler andare via da Salerno”. Con l’ex fidanzato si erano lasciati, dopo una lunga relazione, da circa otto mesi. Lui continuava a pubblicare sui social messaggi di rimpianto e soprattutto di gelosia per la nuova relazione avviata da Anna.

E’ tutto, buona giornata. (foto dal web)