Amiche e amici del #Tanomattinale buon sabato, rieccomi.
Oggi voglio aprire con una buona notizia riguardante un’altra terribile guerra che si combatte da sette anni in un’altra parte del mondo e sulla quale i riflettori sono stati a lungo e sono spesso spenti. Hans Grundberg, inviato dell’ONU in Yemen, ha annunciato ad Amman in Giordania, che le parti in guerra hanno accettato una tregua di due mesi, a partire da ieri, primo giorno del Ramadan e ha anche detto che spera che la tregua venga rinnovata dopo due mesi. L’accordo arriva dopo una pesante escalation delle ultime settimane. La tregua consentirà anche l’arrivo di spedizioni di carburante nella fondamentale città portuale dello Yemen, Hodeida, e la ripresa dei voli passeggeri dall’aeroporto della capitale, Sana’a. Il portavoce delle Nazioni Unite Farhan Haq ha poi confermato che le parti in guerra hanno concordato di interrompere tutte le operazioni offensive militari, aeree, terrestri e marittime all’interno dello Yemen e oltre i suoi confini, a partire dalle 19 di ieri. L’accordo è arrivato dopo che la coalizione a guida saudita, che combatte contro gli Houthi in Yemen dal 2015, aveva iniziato mercoledì a osservare un cessate il fuoco unilaterale, un’offerta che in un primo tempo era stata respinta dai ribelli. In un post su Twitter, Mohammed Abdel-Salam, portavoce e capo negoziatore degli Houthi, ha accolto favorevolmente il cessate il fuoco.
E adesso la guerra tra Russia e Ucraina, arrivata al giorno 38.
Ci aveva già fatto intendere di che pasta è fatta e lo ha confermato con la sua concretezza. Dal 24 febbraio scorso, indimenticabile data dell’inizio dell’invasione, nessun leader di un’istituzione dell’Unione europea si era recato in Ucraina: lo ha fatto senza chiacchiere la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, che ieri è arrivata a Kiev, a seguito del voto quasi unanime con cui lo scorso primo marzo l’assemblea legislativa Ue ha raccomandato la concessione dello status di candidato alla stessa Ucraina. Ha incontrato il primo ministro Denys Shmyhal , che ha definito la visita “un potente segnale di sostegno politico”, ed è poi intervenuta alla Verkovna Rada, il parlamento ucraino. Bellissimi i suoi tweet; “La resistenza e il coraggio degli ucraini hanno ispirato il mondo. Sono a Kiev per dare un messaggio di speranza. Siamo con voi. Grazie @r_stefanchuk per l’invito”, con la foto di un magnifico abbraccio al presidente del Parlamento ucraino Ruslan Stefanchuk. E poi ancora: “Cari amici ucraini, Presto ti aiuteremo a ricostruire le tue città e paesi. Continueremo a prenderci cura delle vostre famiglie che sono state costrette alla fuga, finché non potranno rientrare in sicurezza”.
Nel frattempo la guerra sul campo continua senza esclusione di colpi, con bombardamenti a Odessa e altre città ucraine. Ma tiene banco il giallo del clamoroso attacco in territorio russo, il primo dall’inizio delle ostilità. E’ una enorme colonna di fuoco che brucia un deposito di petrolio a Belgorod, in Russia, l’immagine principale e virale della giornata di ieri. Mosca non ha dubbi, è stato un raid effettuato da elicotteri ucraini, che “peserà sui colloqui di pace”. L’incendio a Belgorod, a 40 km a nord dal confine ucraino, è scoppiato in piena notte. Secondo le autorità locali, come racconta l’ANSA, è stato provocato da due elicotteri ucraini che hanno attraversato il confine a bassa quota colpendo un impianto di stoccaggio del carburante della compagnia petrolifera statale Rosneft. In fiamme otto serbatoi, tutto il giorno i vigili del fuoco sono stati impegnati per domarle. Tutti i residenti della zona sono stati evacuati e ci sono stati due feriti tra il personale. Per il ministero della Difesa russo l’impianto è stato colpito da due MI-24, elicotteri da guerra di fabbricazione sovietica in dotazione alle forze armate ucraine. Ma Kiev smentisce e dunque, se dice la verità, la domanda che si fa il mondo è: chi è stato? Gli stessi russi per propagandare un attacco che accresce le tensioni oppure è stato un blitz di forze misteriose?
E intanto l’ANSA batte alle 5,37 questa notizia: il Pentagono fornirà altri 300 milioni di dollari in aiuti militari all’Ucraina. Lo ha detto John Kirby, portavoce del Dipartimento della Difesa degli Usa: “Gli Stati Uniti hanno ora impegnato più di 2,3 miliardi di dollari in assistenza militare all’Ucraina da quando l’amministrazione Biden è entrata in carica, inclusi più di 1,6 miliardi di dollari in assistenza militare dall’invasione non provocati e premeditata da parte della Russia”. Tra le armi previste: missili guidati da laser, droni ‘kamikaze’ Switchblade (con testate esplosive) e droni leggeri di tipo Puma (da ricognizione). Insieme agli alleati, inoltre – secondo il New York Times -, gli Usa contribuiranno poi, per la prima volta, a trasferire carri armati di fabbricazione sovietica destinati a rafforzare le difese dell’Ucraina nel Donbass. Io non ne capisco niente di strategie militari e forse sono pure malpensante, ma questo non vuol dire che nella sostanza gli Stati Uniti partecipano alla guerra insieme all’Ucraina? Mah, che domande strane che mi faccio.
Ma ieri al centro dell’attenzione c’è stato anche il vertice virtuale ai massimi livelli tra Cina e Unione Europea. Io vi riporto, tradotto dall’inglese, il resoconto di Xinhua news, a famosa Agenzia Nuova Cina, la maggiore e più antica delle agenzie di stampa ufficiali della Repubblica Popolare Cinese. Un capolavoro di linguaggio diplomatico inturciuniato (contorto per i nordici), ma anche dai messaggi forti e chiari: “Venerdì il presidente cinese Xi Jinping ha invitato la Cina e l’UE ad aumentare la comunicazione sulle loro relazioni e sulle principali questioni riguardanti la pace e lo sviluppo globali e a svolgere un ruolo costruttivo nell’aggiungere fattori stabilizzanti a un mondo turbolento. Xi ha fatto le osservazioni durante un incontro tramite collegamento video con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Xi ha ricordato la sua visita alla sede dell’UE otto anni fa, quando suggerì che Cina ed Europa collaborassero per costruire un ponte di amicizia e cooperazione attraverso il continente eurasiatico, promuovere un partenariato Cina-UE per la pace, la crescita, la riforma e la civiltà e forgiare un partenariato strategico globale Cina-UE di maggiore influenza globale. La visione della Cina rimane invariata. Semmai, è diventato più rilevante nelle circostanze attuali, ha aggiunto Xi. Xi ha sottolineato che la crisi ucraina si è aggiunta a una prolungata pandemia di COVID-19 e a una vacillante ripresa globale. In tale contesto, la Cina e l’UE, in quanto due grandi forze, grandi mercati e grandi civiltà, dovrebbero aumentare la comunicazione sulle loro relazioni e sulle principali questioni riguardanti la pace e lo sviluppo globali e svolgere un ruolo costruttivo nell’aggiungere fattori stabilizzanti a un mondo turbolento. Xi ha sottolineato dallo scorso anno che le relazioni Cina-UE hanno compiuto nuovi progressi nonostante le sfide e la cooperazione Cina-UE ha ottenuto nuovi risultati nonostante le difficoltà. È stato dimostrato che la Cina e l’UE condividono ampi interessi comuni e solide basi per la cooperazione e che solo attraverso la cooperazione e il coordinamento le due parti possono risolvere problemi e affrontare sfide. Notando la coerenza e la continuità della politica dell’UE della Cina, Xi ha invitato l’UE a formarsi una propria percezione della Cina, ad adottare una politica cinese indipendente e a collaborare con la Cina per una crescita costante e sostenuta delle relazioni Cina-UE”.
La presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen hada parte sua commentato: “Abbiamo avuto un dialogo aperto e franco con il premier Li e il presidente Xi, è un momento cruciale per le decisioni che prendiamo nei confronti del resto del mondo. Il prolungarsi di questa guerra non conviene a nessuno .. L’equidistanza non è sufficiente, serve un impegno attivo. Ci deve essere il rispetto del diritto internazionale e della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. La Cina, in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha una responsabilità speciale” E ancora: “Non è un conflitto, è una guerra. Non è un affare europeo, ma mondiale. E lo dimostra una possibile crisi alimentare globale. L’Ue si aspetta che la Cina si prenda le sue responsabilità come membro del Consiglio di Sicurezza dell’Onu ed eserciti la sua influenza sulla Russia. Siamo stati chiari che, se la Cina non intende sostenere le sanzioni su Mosca, come minimo non interferisca. Per Pechino sarebbe un danno di reputazione, che intacca fiducia e affidabilità. Le imprese stanno seguendo con attenzione la questione. E’ in gioco proprio la reputazione della Cina. Si tratta di fiducia, affidabilità e decisioni su investimenti a lungo termine. Ogni giorno gli scambi tra Ue e Cina ammontano a 2 miliardi di euro. Quelli tra Cina e Russia a 330 milioni. Nessuno ha interesse a prolungare la guerra e a sconvolgere ulteriormente l’economia mondiale”. Punto. Delle notizie circolanti sul presunto cancro alla tiroide di Putin non trovo ci sia nulla da aggiungere oltre alla valanga di chiacchiere e commenti che avete visto e sentito in giro.
Solo due parole sul Coviddi che, anche se si respira in giro un’aria da liberi tutti che personalmente non mi piace affatto, nel nostro Paese e nel mondo c’è ancora e come: quasi 75mila i contagi di ieri in Italia e 154 morti, quasi 5000 e 27 morti in Sicilia. Tanti, ma nessuno sembra più farci caso: ieri sera ero a cena in un locale di un paese etneo tra i più carini e la massiccia presenza di persone a riempire i tavoli in disinvolta vicinanza mi ha decisamente allarmato. Forse sono io eccessivo, ma credo che rinunciare da un giorno all’altro a ogni prudenza sia un grave errore.
Chiudo con il calcio. Sarà Senegal-Olanda ad aprire i campionati mondiali di calcio 2022 in Qatar ancora senza l’Italia, la partita si disputerà il 21 novembre allo stadio Al-Thumama con fischio di inizio alle ore 13 locali. Il calendario proseguirà nella stessa giornata con Inghilterra-Iran al Khalifa International Stadium (ore 16) e con Qatar-Ecuador allo stadio Al-Bayt, ad Al-Khor (ore 19). Alle 21 è prevista la sfida tra gli Stati Uniti e la squadra che si qualificherà tra il Galles e la vincente di Scozia-Ucraina. Curiosamente, non ne sappiamo o motivi perché la Fifa non ha fornito una spiegazione delle ragioni del cambiamento, non sarà stavolta il Paese ospitante ad aprire il calendario.
E tutto, buona giornata.
(le foto dal web)
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