Tanomattinale

#Tanomattinale 16 marzo 2022: guerra in Ucraina: onore a Pierre, cameraman e Alexandra, giornalista, morti per raccontare al mondo questo conflitto; Zelensky e la Nato; a Kiev leader di Polonia, Slovenia e Repubblica Ceca; già quasi 3 milioni in fuga dal Paese, un milione e quattrocentomila i bambini; esercito italiano, chiesto il massimo livello di efficienza, “meno congedi e più addestramento”; 44 anni fa l’agguato di via Fani e il sequestro di Aldo Moro

Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.

Guerra Russia-Ucraina, giorno 21. Ancora giornalisti caduti sul campo per fare il proprio mestiere in questa schifosissima guerra. Dopo Brent Renaud, è stato ucciso un cameraman irlandese di Fox News: si chiamava Pierre Zakrzewski, ha reso noto l’emittente americana, spiegando che è morto nello stesso incidente vicino Kiev che ha coinvolto il corrispondente Benjamin Hall, rimasto ferito gravemente. Anche la giornalista ucraina Alexandra Kuvshinova è morta in seguito all’attacco russo nel nord ovest di Kiev in cui è rimasto ucciso Zakrewski; un terzo reporter, il britannico Ben Hall, che era con loro nell’auto colpita e rimasto gravemente ferito, sarebbe stato sottoposto ad un intervento per l’amputazione di una gamba. La Fox, riferisce la Cnn, non ha ancora confermato se Kuvshinova stesse lavorando con il team dell’emittente americana. Ma c’è anche una buona notizia: Marina Ovsyannikova, la giornalista della televisione russa che era stata fermata per avere mostrato in diretta un cartello contro la guerra in Ucraina, è stata condannata a pagare una multa ed è stata rilasciata. Lo ha fatto sapere il tribunale. Ma c’è un’inchiesta aperta sulla sua clamorosa protesta dagli sviluppi imprevedibili. Il presidente Zelensky ammette che il suo Paese non ha chance di entrare nella NATO.

Traduco dall’inglese dall’agenzia non governativa russa Interfax: “L’Ucraina sta iniziando a rendersi conto che non può aderire alla NATO e deve contare sulle proprie capacità, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “E’ chiaro che l’Ucraina non è un membro della NATO. Lo capiamo. Siamo persone ragionevoli. Abbiamo sentito parlare per anni delle presunte porte aperte, ma abbiamo anche già sentito che non possiamo entrarci. Ed è vero e dobbiamo ammetterlo. Sono felice che la nostra gente stia cominciando a rendersene conto e a contare su noi stessi e sui nostri partner che ci stanno aiutando”, ha detto Zelensky in una videoconferenza con i leader della Joint Expeditionary Force del Regno Unito. L’Ucraina al momento non si aspetta che venga invocato l’articolo 5 (Difesa collettiva) del Trattato del Nord Atlantico, ha affermato. “Abbiamo sempre detto che i nostri cieli dovrebbero essere difesi allo stesso modo dei cieli dell’alleanza. Ma capiamo sempre che c’è un ‘ma’ ad esso. Ma: che risposta darebbe la NATO ai membri dell’alleanza che chiedessero di essere difesi nel caso nel caso in cui i missili russi e, Dio non voglia, anche gli aerei russi li raggiungessero?” Egli ha detto. Affinché l’articolo 5 del Trattato del Nord Atlantico venga messo in pratica, ci dovrebbe essere fiducia che l’alleanza non avrà paura di reagire e che “la NATO non sarà ipnotizzata su una terza guerra mondiale”, ha detto Zelensky. “Non può esserci tale fiducia ora. Abbiamo proposto un modo per l’Ucraina di essere in grado di difendere i suoi cieli e la sua gente da sola. Vorrei che tutti lo sentissero, e soprattutto quei paesi che hanno confini comuni con la Russia dovrebbero pensare a difendendosi da soli. E stiamo facendo del nostro meglio per ottenere difese aeree e aerei”, ha detto.

“Vi ricordo che sono necessari nuovi modelli di interazione e determinazione. E se non possiamo entrare da porte aperte, dovremmo collaborare con le comunità con le quali possiamo farlo e che ci aiuterebbero. Ci piacerebbe avere garanzie affidabili”, ha detto Zelensky. La Joint Expeditionary Force a guida britannica è un corpo di spedizione guidato dal Regno Unito e che può comprendere, se necessario, anche Danimarca, Finlandia, Estonia, Islanda, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Svezia e Norvegia”. Il conflitto continua senza tregua sul campo Le navi russe presenti nel mar Nero hanno iniziato stanotte a bombardare le coste vicino alla città di Odessa, la terza più grande dell’Ucraina e principale porto del Paese. Sono stati lanciati razzi e sono stati sparati colpi di artiglieria. Bombardati anche edifici residenziali nella capitale. I funzionari di Kiev hanno imposto il coprifuoco fino a giovedì mattina, con il sindaco Vitali Klitschko che lo ha definito “un momento difficile e pericoloso”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro Denys Chmygal hanno intanto incontrato i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia arrivati a Kiev. “Stanno bombardando ovunque. Non solo Kiev, ma anche le aree occidentali”, ha detto Zelensky ai suoi interlocutori. Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Jansa sono arrivati in Ucraina “come rappresentanti del Consiglio europeo, per incontrare il presidente ucraino e il primo ministro “, riferisce una nota del governo polacco. Lo scopo della visita “è confermare l’inequivocabile sostegno dell’intera Unione Europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina e presentare un ampio pacchetto di sostegno allo Stato e alla società ucraini”. Si tratta dei primi leader stranieri che visitano la capitale ucraina dall’inizio dell’invasione russa. “La vostra visita in questo momento difficile per l’Ucraina è un forte segnale di sostegno.

Lo apprezziamo davvero”, ha detto Zelensky, E al termine dei colloqui ha aggiunto; “Con alleati così vinceremo questa guerra”. Ma fa sapere Bloomberg, riferendo della conversazione con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, che il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che la leadership ucraina non è “seria” nel risolvere il conflitto poiché Kiev assediata si preparava a entrare in un coprifuoco prolungato.Sono impressionanti le cifre sull’esodo dei rifugiati. James Elder, portavoce dell’agenzia Onu per l’infanzia Unicef, ci fa sapere che circa 1,4 milioni di bambini sono fuggiti dall’Ucraina da quando l’invasione russa è iniziata il 24 febbraio, il che significa che quasi un bambino al secondo è diventato un rifugiato. “In media, ogni giorno negli ultimi 20 giorni in Ucraina, più di 70.000 bambini sono diventati rifugiati”, ha detto Elder, ciò equivale a circa 55 ogni minuto, “quindi quasi uno al secondo”, ha detto. E sempre da Interfax, ecco i numeri complessivi aggiornati: “Gli ultimi eventi in Ucraina hanno spinto oltre 2.952 milioni di persone a lasciare il Paese negli ultimi 19 giorni, ha dichiarato l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati alle 13 di martedì. Oltre il 60% di tutti i rifugiati ucraini, ovvero 1.791 milioni di persone, è entrato in Polonia.

La Romania ha assorbito oltre 453.000 rifugiati, inclusi 251.000 di coloro che sono entrati nel paese attraverso la Moldova, ha affermato. Circa 264.000 rifugiati sono entrati in Ungheria, 213.000 in Slovacchia e oltre 86.000 in Moldova. Il flusso di rifugiati ucraini in Russia è stato di quasi 143.000 persone e in Bielorussia 1.230 persone (al 13 marzo). Poiché la situazione continua a evolversi, anche altri quattro milioni di persone potrebbero lasciare l’Ucraina, ha aggiunto. A metà del 2021, c’erano circa 53.500 rifugiati ucraini che richiedevano lo status pertinente in tutto il mondo, di cui 36.500 in Europa, ha affermato. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati ha stimato la diaspora ucraina nel mondo a 6,1 milioni di persone, di cui 5 milioni in Europa, a metà del 2020. Il diritto di circolare liberamente all’interno dell’area Schengen significa che c’è poco controllo alle frontiere all’interno dell’Unione Europea, e quindi, le cifre che mostrano il numero di rifugiati ucraini giunti in Ungheria, Polonia e Slovacchia mostrano solo quanti di loro hanno attraversato i confini di questi paesi; tuttavia, secondo le stime dell’ONU, gran parte di queste persone potrebbe essersi trasferita in altri paesi ormai.

L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati non conta le persone provenienti da paesi confinanti con l’Ucraina che stanno lasciando il paese e tornano a casa”.Valutare con attenzione i congedi anticipati, reparti in prontezza operativa “alimentati al 100%”, addestramento “orientato al warfighting”,”provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri e i sistemi d’arma dell’artiglieria”. E’ quanto si legge (fonte Ansa) in una circolare dello Stato maggiore dell’Esercito del 9 marzo con riferimento ai “noti eventi” e alle “evoluzioni sullo scacchiere internazionale”. Nella Circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito, con oggetto “evoluzioni sullo scacchiere internazionale”, si danno una serie di indicazioni interne in materia di “personale”, “addestramento”, “impiego”, “sistemi d’arma”.

Una notizia che naturalmente ha fatto fortemente salire la preoccupazione anche nel nostro Paese. Ma lo Stato maggiore dell’Esercito si è affrettato a definire “ad esclusivo uso interno di carattere routinario” la “lettera che sta circolando su alcune chat di messaggistica istantanea” relativa alla situazione internazionale. E’ un documento, prosegue lo Stato maggiore, “con cui il Vertice di Forza Armata adegua le priorità delle unità dell’Esercito, al fine di rispondere alle esigenze dettate dai mutamenti del contesto internazionale. Trattasi dunque di precisazioni alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti”.Chiudo con la memoria, oggi tristissima. Quarantaquattro anni fa, il 16 marzo 1978, alle 9,02, in via Fani a Roma, il sequestro del presidente della Democrazia Cristiana e la strage della scorta: i giorni che fanno la storia, quello fu un giorno che ha davvero cambiato la storia del nostro Paese.Buona giornata, che la spaventosa attualità che stiamo vivendo non ci faccia dimenticare gli orrori del passato.(le foto dal web)

Gaetano Perricone

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