Amiche e amici del #Tanomattinale buongiorno e grazie assai assai, ieri siete stati molti di più e io ne sono sempre più felice. Oggi ci vado alleggiu (adagio per i carissimi nordici, che ci sono) perché domenica è sempre domenica e poi è San Valentino e magati volete coccolarvi senza avere rotte le balle.
Comincio con il Governo Mattarella-Draghi, che ieri ha giurato, spero non spergiurato, senza fare troppa schiumazza, nel segno del nuovo “sober style” del Super Commissario Mario. Per definire il quale, mi sono venuti in mente due magnifici detti siciliani che mi sembrano perfetti per il personaggio: “mutu cu sapi u jocu” (taccia chi conosce il gioco, i fatti) e “a megghiu parola è chidda ca ‘un si dici” (la parola migliore è quella che non si dice).
Mi spiego meglio, anche se penso che tanti di voi, tutte persone ora ci vuole di altissimo profilo, mi abbiate capito al volo. Il presidente Draghi, che come il suo mentore presidente Mattarella parra picca (parla poco, please) – avrei voluto essere una cimice per contare quante parole si sono detti nell’incontro al Quirinale -, ha già mostrato le sue doti di super politico consumato con gli scagghiuna mettendo su una squadra che vede i ruoli di strategica importanza per l’utilizzo dei piccioli del Recovery Fund e la rinascita del Paese nelle mani dei preannunciati tecnici fuoriclasse, forse lo sono davvero, di sua assoluta fiducia (economia a Daniele Franco; innovazione tecnologica a Vittorio Colao; transizione ecologica a Roberto Cingolani; infrastruttura e trasporti a Enrico Giovannini; scuola a Patrizio Bianchi; università a Cristina Messa) e lasciando gli altri ministeri, salvo pochi casi, nelle mani dei politici. Ha fatto parlare tutti, li ha ascoltati, poi ha deciso lui insieme a Mattarella – così sembra -, coinvolgendo per averne consenso e base parlamentare tutti i partiti tranne uno in questo Governo di unità nazionale che a molti di noi piace poco e pare strano se non si considerano proprio le cose che ho detto adesso, cioè che lui, mutu cu sapi u jocu, ha pensato e fatto le cose con freddo raziocinio e ha messo quelli secondo lui bravi e davvero di alto profilo nei posti-chiave, conservando Salute e Speranza insieme non solo per meriti sul campo, ma soprattutto per esigenza di continuità.
Certo, pare che vecchio B si sia siddiato perché voleva ministri Tajani e Bernini, che sono più vicini al rozzo selfista, e dunque chiederà in risarcimento la nomina a sottosegretari di Dudù e Dudina. Certo, il Partito Democratico non è stato carino per niente con le signore e c’è ancora un bel pò di bufera stellata, ma il Super timoniere Mario (meglio di Mao Tse Tung, lui è Super Tutto) saprà sicuramente portare la nave in acque tranquille e intraprendere una navigazione che si profila lunga e difficile. Vedete? Sono pure ispirato, poetico. Scherzi a parte, sono il primo ad augurarmi che al suo silenzio corrispondano i fatti, a megghiu parola è chidda ca ‘un si rici. Aspettiamo adesso il programma, che andrà ascoltato con attenzione anche perché sarà la grande occasione di sentire parlare Draghi per un bel pò – debbo dire che mi piace tanto questa dichiarazione di principio che sarà “un Governo ambientalista” – e poi i numeri della fiducia, come ho già scritto molto interessanti anche in prospettiva.
Chiudo questa lunga parte del mattinale, che sembra più che altro una sgangherata nota politica di un dilettante allo sbaraglio, con due osservazioni. La prima è dedicata alla meravigliosa, emozionante uscita di scena tra i meritati applausi dei dipendenti di Palazzo Chigi di Giuseppe Conte (mano nella mano con la zita), che evidentemente ha lasciato un segno importante e apprezzato con la sua serietà e la sua figura. La seconda, la penso e la dico, è per la fratellona fascistona Giorgia Meloni, che si rivela sempre più sperta: sono lontano anni luce da lei, le mie idee sono agli antipodi delle sue, la trovo frequentemente insopportabile, ma la sua scelta di restare unica oppositrice merita un mio applauso cavalleresco di ammirazione e credo le porterà altri, troppi voti.
Chiudo con due notizie d’altro genere. La prima è lo spaventoso maxi tamponamento sul ghiaccio della Torino- Bardonecchia, con 25 auto coinvolte, 2 morti e decine di feriti: le terribili immagini devono farci riflettere ancora una volta sui grandi problemi delle nostre strade e sulla necessità della prudenza.
La seconda riguarda il bruto Donaldo, che è uscito com’era più che prevedibile indenne dall’impeachment al Senato di Washington ed è ahinoi pronto a scendere di nuovo in campo per le elezioni del 2024, con relative nuove inquietudini per il mondo.
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Pubblicato da Gaetano Perricone su Sabato 13 febbraio 2021
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