Amiche e amici del #Tanomattinale buon giorno.
La notizia di apertura di oggi riguarda la nostra Sicilia, che si sveglia senza Governo regionale: è molto importante e mi sarei aspettato stamattina più risalto nella televisione pubblica. E invece finora, mentre scrivo queste quattro righe, ne ha parlato Unomattina, mentre su Rainews24 è passato a lungo un sottopancia sbagliato e fuorviante: “Musumeci scioglie il consiglio regionale”.
Succede anche ai migliori. Il presidente della Regione, furibondo per il clamoroso e mortificante smacco subito in aula all’Ars nella votazione per l’elezione dei delegati siciliani per l’imminente voto del Quirinale – è arrivato terzo dietro il presidente Gianfranco Miccichè e il deputato del M5s Nuccio Di Paola, scelto dalle opposizioni – ha annunziato ieri sera con parole di fuoco in diretta Facebook dal suo profilo, com’è ormai costume della politica, la sua decisione di azzerare il Governo regionale. Ha detto: «Azzero la giunta, faremo un esecutivo che dovrà portarci all’ultimo giorno. Parlerò con i rappresentanti dei partiti, chiederò di darmi una rosa di assessori, alcuni saranno confermati. Qualcuno ha scritto Musumeci si dimette e molla: ci vogliono ben altri ostacoli, non saranno alcuni atti di viltà politica a condizionare le mie scelte. Musumeci non lascia, raddoppia, rilancia, perché Musumeci sa di avere dalla sua parte la stragrande maggioranza del popolo siciliano al di là dei partiti». E ancora: «È accaduto che al presidente della Regione sono mancati 7-8 voti circa, sono stato eletto lo stesso ma il dato è politico. Perché mancano nella maggioranza questi voti col voto segreto? Perché alcuni deputati hanno pensato di compiere nei miei confronti, come si dice nel linguaggio giudiziario, un atto d’intimidazione, si tratta di una sorta di resa dei conti dal loro punto di vista». Aggiungendo: «Sono deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili e ho dovuto dire di no o di di deputati che per una questione di igiene non ho voluto avere rapporti in questi anni». Durissimi, rabbiosi, gli aggettivi dedicati ai franchi tiratori: “sciagurati”, “scappati di casa”, “disertori”, “ricattatori”.
Si apre un nuovo capitolo che dovrebbe portare a una giunta, complicato come lo sono sempre stati dovunque e soprattutto in Sicilia questi passaggi e ancora di più per la difficilissima situazione Coviddi, dagli esiti per nulla scontati. I leader delle opposizioni Cancelleri, Barbagallo, Fava, Lupo, Zappulla, lo Scateno di Messina, con parole diverse parlano di fallimento dell’esperienza di Nello Musumeci e i numeri evidenziano notevoli difficoltà, confermando le criticità all’interno della maggioranza che finora ha sostenuto il presidente. Staremo a vedere. E’ ormai “isteria Omicron”: sul fronte Coviddi, molto significative le ultime dichiarazioni a “Porta a porta” del presidente dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco: “E’ ora di cominciare a parlare della differenza tra infezione e malattia. Esistono vari gradi malattia, essere positivo non vuol dire essere malato. Con questa ondata ci dobbiamo aspettare una continua crescita del virus, poi quando il picco sarà raggiunto ci sarà la decrescita come sta incominciando nel Regno Unito e in Olanda, come già avvenuto in Sud Africa. Dobbiamo guardare i numeri dal punto di vista del vero impatto sanitario, quanti vanno in rianimazione, quanti sono ospedalizzati.
C’è ormai l’isteria di Omicron. Facciamo come nel Regno Unito dove hanno deciso che si facciano pure i tamponi a casa e poi li mettono on line su un fascicolo elettronico. Questo semplifica molte di quelle code che vediamo nelle farmacie”. E ancora: ‘Se pensiamo ai casi positivi, a chi è guarito, alle immunizzazioni che stanno raggiungendo il 90% della popolazione sopra i 12 anni io mi aspetto che la curva vada a decrescere”, continua Palù, che aggiunge: ”Sarei favorevole ad una comunicazione settimanale o più istituzionale e forse anche più diluita” dei dati sull’emergenza Covid. E su questo fronte gli ha fatto eco il sottosegretario alla salute Andrea Costa, parlando con Adnkronos: “E’ opportuno arrivare a un bollettino anche con un approfondimento dei dati”, ha detto, sottolineando come bisognerebbe “dire con chiarezza quanti sono i positivi vaccinati, quanti i non vaccinati e quante dosi hanno ricevuto. Così si fa operazione di trasparenza, penso che ci siano le condizioni per arrivare a due bollettini Covid a settimana”. Tesi sostenuta da molti esperti e che personalmente condivido: non se può più di questo angoscioso e confuso appuntamento del tardo pomeriggio, con numeri che nel modo in cui sono diffusi non si riescono più a capire nella loro reale entità e pericolosità.
Altissima tensione tra Stati Uniti e Russia sulla questione Ucraina, l’incontro in corso a Ginevra non fa segnare passi avanti verso la distensione. “C’è un rischio reale di conflitto armato in Europa. Per questo l’incontro è così importante. Lo facciamo per prevenire questo conflitto armato”, è la sintesi, non certo rassicurante, del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. La Russia continua ad ammassare truppe e armi al confine con l’Ucraina, la Nato non sembra volere accettare le richieste di Vladimiro Putin, che vuole impedire l’estensione del Patto Atlantico ad altri Paesi europei. Bruttissima e rischiosissima situazione, basta una minima scintilla, un incidente involontario o provocato per farla esplodere.
Cambiando argomento, un flash Ansa delle 6,48 ci informa che Novak Djokovic, numero uno del tennis mondiale, giocherà al primo turno degli Australian Open nonostante l’incertezza sul visto e i rischi di finire in carcere per le troppe bugie. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha dichiarato che il governo non ha ancora deciso se annullare il permesso di ingresso del tennista serbo. Ha aggiunto che la precedente dichiarazione del ministro dell’Immigrazione Alex Hawke secondo cui sta valutando se annullare il visto “non è cambiata”. In dialetto siciliano si dice: stannu pigghiando tempu, l’impressione è questa. Magari un esordio scintillante sul campo di Novax DioKovic aiuterebbe gli incerti, troppo incerti governanti australiani a fare finire tutto in una bolla di sapone, a tarallucci stantii e vino rancido.
Finisco con la memoria, di una delle tragedie più terribili della nostra storia recente. Alle 21.45 del 13 gennaio 2012, dieci anni fa, la grande nave da crociera Costa Concordia, guidata dall’allora comandante Francesco Schettino, avvinatasi all’Isola del Giglio per farle quello che il mondo conobbe come “inchino”, colpì “Le Scole”, scogli situati nei pressi dell’isola, riportando una falla di 70 metri sul lato sinistro della carena. Nell’incidente morirono 32 passeggeri. Per la strage è stato condannato a 16 anni di reclusione il comandante Francesco Schettino, che indegnamente abbandonò la nave per salvarsi come hanno scritto i giudici nella sentenza, per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo, lesioni colpose plurime, abbandono della nave e false comunicazioni. Un pensiero commosso alle vittime e alle loro famiglie, una vicenda che mi potremo dimenticare.
E’ tutto, buona giornata
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