A denunciarlo è l’associazione Sos racket e usura che sul suo blog ha inserito una serie di video che lo dimostrerebbero.
In uno dei casi, all’ospedale di Trapani, l’infermiera della camera mortuaria mette in contatto dal suo telefono cellulare i parenti con un’impresa di onoranze funebri che si precipita in camera mortuaria. “Iniziamo la trattativa: quattromila euro – scrive l’associazione -. Concluso l’accordo, l’infermiera aggiunge che dobbiamo firmare il registro dove noi dichiariamo che di nostra spontanea volontà abbiamo contattato il signor Polisano perché è vietato che gli infermieri possano indicare le onoranze funebri”. Episodi simili anche all’ospedale di Salemi, di Castelvetrano, di Mazara del Vallo, di Partinico, con costi sempre crescenti che raggiungono i novemila euro. “All’ospedale Cervello – dice l’associazione – all’interno della camera mortuaria c’è la presenza fissa delle onoranze funebri D’Ambrogio e quindi immediatamente il dipendente necroforo dell’ospedale non fa altro che indicarceli e presentarceli”. L’associazione Sos racket e usura, dunque, “alla luce di quanto documentato, è sicura che le Procure di Marsala, Trapani e Palermo, aprano delle indagini, in cui vengano puniti i responsabili dei gravissimi reati documentati. Indagini che a nostro avviso ‘si legge nel blog – dovrebbero essere estese a tutte le strutture sanitarie siciliane”.
(Teleoccidente)
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