Domenico Geraci, da candidato sindaco di Caccamo, stava tentando di scardinare i poteri economico-mafiosi che tenevano sotto scacco la cittadina in provincia di Palermo, conosciuta come ‘la Svizzera di Cosa Nostra’. Così la chiamava Giovanni Falcone”.
E’ quanto ha dichiarato Sonia Alfano, presidente della Commissione Antimafia Europea e dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, ricordando Domenico Geraci, ucciso l’8 ottobre di quindici anni fa. Geraci era candidato con il centro-sinistra a sindaco di Caccamo quando un commando composto da 4 killer lo assassinò sotto casa a fucilate.
“Dopo aver ricevuto numerose minacce, Geraci ha infine pagato con la vita il proprio impegno civile e politico, l’aver fatto i nomi e cognomi di boss e gregari del suo territorio. Quando Geraci fu assassinato era il 1998 e questo dimostra che il ‘sonno’ militare della mafia può andare in deroga se i boss e i loro ispiratori politici lo ritengono opportuno. Specie se si tratta di elezioni, quindi – conclude – di interessi economici e appalti da truccare”.
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