Sit-in giornalisti siciliani domani davanti la prefettura di Palermo
Dopo la manifestazione di Roma dello scorso 20 maggio, organizzata in piazza Montecitorio dalla Federazione nazionale della Stampa, con la riunione del Consiglio nazionale Fnsi, alla presenza dei rappresentanti di Inpgi, Casagit, Ordine e Fondo di previdenza complementare, insieme con giornaliste e giornalisti provenienti da tutta Italia, la mobilitazione dei giornalisti italiani continua con nuove iniziative sui territori promosse dalle Associazioni regionali di Stampa in programma martedì 1 giugno.
L’Assostampa Sicilia ha organizzato un sit-in, domani, dalle 10:30 alle 12, davanti alla prefettura di Palermo – in contemporanea con altre città capoluogo di regione – con l’obiettivo di sensibilizzare il governo nazionale affinché riconosca il ruolo di chi ogni giorno informa i cittadini, anche con provvedimenti concreti a tutela della dignità, dei diritti e delle tutele degli operatori del settore.
Il sistema dell’informazione in Italia vive un profondo stato di difficoltà, vittima di leggi retrograde e di una crisi economica senza precedenti nell’editoria. Posti di lavoro cancellati in misura sempre maggiore, un’intera divisione, quella dei periodici, ormai al capolinea. Ed ancora, precariato dilagante, uso reiterato degli ammortizzatori sociali con conseguenti tagli alle retribuzioni, concentrazioni che cancellano il pluralismo, querele bavaglio: ecco i fenomeni che minano il sistema dell’informazione. Oggi, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, abbiamo un’occasione unica per rilanciare il settore e progettarne il futuro. L’informazione, pilastro della democrazia di ogni paese, non può venire esclusa dalle risorse del Piano.
Tra i punti centrali: rilancio dell’occupazione con incentivi a carico del sistema generale per favorire le assunzioni; modifica dell’attuale normativa sui prepensionamenti con l’obbligo di un’assunzione di un giovane giornalista o la stabilizzazione di un collaboratore di lungo corso per ogni uscita anticipata; riforma della legge di sistema dell’editoria; legge sull’equo compenso 233/ 2012, che non è mai stata attuata; abolizione del cococo, il collaboratore coordinato e continuativo, figura impiegata in maniera massiccia nel settore editoriale e che maschera lo sfruttamento selvaggio di quelli che sono ormai i “braccianti” o “rider” dell’informazione, giornalisti che svolgono lo stesso lavoro dei dipendenti ma senza tutele; riforme della Rai e del sistema delle provvidenze pubbliche; sblocco in Senato, dove è ferma, della proposta di legge sulle cosiddette querele bavaglio; norma per l’abolizione del carcere per i cronisti sempre ferma in Senato.
Anche i giornalisti siciliani chiedono al governo nazionale un impegno serio per risolvere questi problemi che si trascinano da decenni.
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