Siracusa, clan Nardo: scattano le manette per cinque affiliati
Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa, con l’ausilio di personale della Compagnia di Augusta, ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone.
di redazione
Siracusa, 6 dic. – Il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa, con l’ausilio di personale della Compagnia di Augusta, ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone responsabili di aver partecipato a titolo di affiliati all’associazione per delinquere di tipo mafioso denominata clan “Nardo” di Lentini, storicamente riconducibile alla figura egemonica di Sebastiano Nardo, finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti (in particolare estorsioni e gioco d’azzardo), e alla realizzazione di ingenti profitti illeciti anche attraverso l’installazione di giochi video-poker.
Gli arrestati sono: Fabrizio Blandino detto Gimmi; Marcello Ferro, Massimiliano Rizzo, Giuseppe Petullà e Renzo Vincenti. L’indagine ha consentito di evidenziare gli accadimenti e l’evoluzione della realtà mafiosa nel Comune di Augusta, dalla primavera del 2007 in poi.
Gli arrestati, in particolare, si sono dimostrati particolarmente attivi nelle estorsioni a danno degli operatori commerciali, condotte nella quasi totale certezza dell’impunità, potendo il sodalizio mafioso contare sulla diffusa omertà delle vittime, che hanno accettato l’imposizione del “pizzo”, senza denunciare i fatti alle Forze dell’Ordine o all’Autorità Giudiziaria.
Nel corso delle indagini, è emerso come gli esponenti del sodalizio mafioso non avessero neppure bisogno di mettere in pratica atti d’intimidazione nei confronti delle loro vittime, perché il clima di soggezione creato rendeva sufficiente la mera formulazione della richiesta di pagamento.
Le indagini hanno anche confermato che l’attività illecita veniva condotta pure attraverso la collocazione di macchinette videopoker all’interno delle sale da gioco. In particolare, si è accertato anche in questo ambito il coordinamento da parte dei lentinesi, percettori di una parte degli utili.
L’inchiesta è stata coordinata della D.D.A. di Catania.