Federfarma denuncia: piccole farmacie sull’orlo del collasso
Palermo – Stato di grave crisi per le farmacie siciliane: su 1.440 titolari, 3 hanno chiuso l’attività nelle province di Siracusa e Caltanissetta e altri segnalano di accingersi a portare i libri in tribunale.
Il concorso bandito dal governo Monti col pretesto di garantire nuova occupazione, grazie al quale in Sicilia saranno aperte 222 nuove farmacie, in realtà indebolirà ulteriormente il sistema e avrà l’effetto opposto, ossia licenziamenti di personale negli esercizi già esistenti.
Come se non bastasse, il Consiglio dei ministri del prossimo 20 febbraio ha all’ordine del giorno un provvedimento che, aprendo il settore alla grande distribuzione avrebbe come conseguenza la distruzione del sistema tradizionale che con ingenti sforzi garantisce h24 un servizio pubblico di altissima rilevanza sociale, nelle città come nei paesi interni e montani, nelle aree disagiate o in quelle scarsamente popolate.
“Oggi fare farmacia è diventato un’impresa non più sostenibile – spiega Roberto Tobia, presidente di Federfarma Palermo-Utifarma .
In provincia di Palermo nel 2014 la spesa farmaceutica netta a carico del Servizio sanitario nazionale è stata di 179 milioni di euro, con un’ulteriore riduzione del 13% rispetto al -8% registrato nel 2012 e nel 2013. Solo nel corso dello scorso anno abbiamo praticato sconti al servizio sanitario nazionale per oltre 15 milioni di euro. Gli sconti, le trattenute e le spese di gestione e del personale hanno portato la redditività di ciascuna ricetta ad un valore prossimo allo zero”.