Una Sicilia assetata, spaccata in due da un’emergenza idrica che ha scatenato tensioni crescenti tra Comuni e cittadini. A fare da sfondo, il drammatico abbassamento del livello degli invasi, come quello dell’Ancipa, ormai prossimo al collasso a causa della siccità. Tra proteste clamorose e accuse incrociate, emerge un quadro desolante di inadeguatezza e gestione emergenziale.
Nella mattinata di oggi, i sindaci di cinque comuni dell’Ennese – Troina, Nicosia, Sperlinga, Gagliano Castelferrato e Cerami – hanno occupato la diga dell’Ancipa e tentato di bloccare la condotta idrica verso Caltanissetta e San Cataldo, decisione della cabina di regia regionale per ripristinare l’erogazione. Guidati dal deputato regionale Fabio Venezia, i manifestanti hanno dichiarato guerra al razionamento che lascia i propri cittadini senz’acqua per giorni.
“Non era accettabile che, mentre i nostri paesi restano a secco, si garantisse l’acqua al nisseno. Se la cabina di regia non fosse intervenuta, lo avremmo fatto noi,” ha dichiarato Venezia. Pur smentita da Siciliacque, che ha assicurato la continuità dell’erogazione, la protesta resta emblematica della disperazione diffusa.
Dal fronte opposto, il sindaco di Caltanissetta, Walter Tesauro, esulta per la riapertura dell’Ancipa. “Era necessario tutelare i diritti dei nostri cittadini,” ha affermato, riferendosi ai nuovi pozzi che, seppur operativi, non sono ancora sufficienti a risolvere i problemi di approvvigionamento a causa di guasti alla rete.
La situazione ha attirato l’attenzione del presidente della Regione, Renato Schifani, che ha parlato di una “guerra tra poveri,” promettendo misure straordinarie come dissalatori mobili e nuovi pozzi per la prossima estate. Ma le sue parole non convincono Davide Faraone di Italia Viva, che accusa la Regione di incapacità e ritardi: “La crisi idrica era prevedibile, ma non si è fatto nulla per evitarla. Ora la situazione è fuori controllo.”
Mentre la politica si rimpalla le responsabilità, migliaia di cittadini continuano a vivere senza un bene essenziale. La “guerra dell’acqua” in Sicilia non è solo una crisi locale, ma un campanello d’allarme per un futuro sempre più segnato dai cambiamenti climatici e dalla cattiva gestione delle risorse.
“Sulla vicenda dell’erogazione dell’acqua dell’Ancipa ai comuni dell’Ennese e del Nisseno la Regione ha agito come un “buon padre di famiglia”, con l’obiettivo di salvaguardare tutti i cittadini colpiti da una crisi idrica senza precedenti. È stata trovata una soluzione di equilibrio che permette di tamponare l’emergenza, evitando il rischio di gravi disordini sociali a Caltanissetta e San Cataldo. Per questo, pur considerando legittimo il diritto dei sindaci e dei cittadini di Troina e di altri centri di manifestare un disagio, non è assolutamente giustificato il tentativo di manomettere un impianto, causando un’interruzione di un pubblico servizio stoppando un’erogazione di soccorso alle due città, decisa in modo ragionato ed equilibrato dalla cabina di regia dopo aver sentito tutti i sindaci e gli enti di governo dell’acqua”. Lo afferma il coordinatore della cabina di regia sull’emergenza idrica e capo della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina, in merito alla protesta odierna di alcuni sindaci dell’Ennese.
“Giovedì – continua Cocina – ho firmato con l’Autorità di bacino, una nota per confermare la riserva dell’acqua della diga Ancipa a favore esclusivo dei cinque comuni dell’Ennese che non hanno risorse alternative, distaccando, come previsto, l’erogazione verso Caltanissetta e San Cataldo. Purtroppo si sono verificati dei guasti alla condotta di adduzione dell’acqua dai nuovi pozzi reperiti a Butera verso Caltanissetta e San Cataldo. Quindi i due centri già in forte crisi sono rimasti a secco con gravi conseguenze. Ho ingiunto a Siciliacque la rapida riparazione e la realizzazione di un bypass. A quel punto è stata fatta una scelta, nell’unico interesse dei cittadini, di sopperire, solo per alcuni giorni, con l’acqua di Ancipa. Dovevamo scegliere fra la certezza di gravi ulteriori disagi e disordini da oggi nelle due città oppure il rischio di avere meno acqua di riserva per le cinque citta dell’Ennese fra un mese e mezzo. Sicuramente pioverà e l’acqua sarà ricostituita, abbiamo inoltre fatto i piani di emergenza per il rifornimento con le autobotti e abbiamo assicurato le risorse finanziarie, come sanno i sindaci. Tutti i presenti nella riunione della cabina di regia, compresi i sindaci del Nisseno e dell’Ennese, hanno concordato nella ricerca di una soluzione di equilibrio. Ora la protesta, spinta fino alla manomissione di un impianto pubblico, non porta a nessuna soluzione e rischia solo di esasperare gli animi. Sono in contatto in queste ore anche con il prefetto e il questore di Enna che ringrazio per la grande attenzione posta sulle questioni di ordine pubblico”.
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