Servizio sul caporalato in Sicilia, spunta marchio Rosaria: RAI chiede scusa
In merito al servizio andato in onda sul TG1 nazionale delle 20 del 18 marzo scorso, sul tema dello sfruttamento dei braccianti nella Piana di Catania, la RAI ha scritto un messaggio a OP Rosaria di Belpasso, il cui marchio era apparso in alcune immagini del servizio, per precisare al presidente della Organizzazione di Produttori, Aurelio Pannitteri, “che nel montaggio del servizio sono state erroneamente utilizzate immagini di repertorio registrate in tempi precedenti”.
“Il servizio – precisa la nota RAI – non intendeva fare riferimento alla società Pannitteri e al prodotto Arancia Rosaria. Ci scusiamo per l’inconveniente e rimaniamo a disposizione per approfondimenti”.
L’avere associato il nome della società OP Rosaria, visibile nelle cassette riprese dal servizio, con l’illecito reato di sfruttamento della manodopera dei braccianti agricoli, oggetto del servizio giornalistico, ha creato danno all’immagine della società, che – aveva sottolineato un precedente comunicato della OP – “mai è stata coinvolta in vicende di illecito sfruttamento della manodopera”.
Rosaria opera con i suoi associati su un territorio intorno ai 1.500 ettari nella Sicilia orientale e conta su una produzione complessiva che si aggira intorno alle 34 mila tonnellate di arance destinate al mercato nazionale ed estero.
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