La Polizia di Stato ha dato esecuzione al provvedimento del Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, con il quale, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica di Palermo e del Questore di Palermo, è stato disposto nei confronti di Nicolò Giustiniani, nato a Palermo il 20.02.1981, il sequestro di una villa ubicata nel comune di Ficarazzi oltre che di rapporti bancari, per un valore complessivo stimato di circa 500.000 euro.
Ha eseguito formalmente il provvedimento personale dell’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo.
La figura del Nicolò Giustiniani emerge in qualità di soggetto caratterizzato da una spiccata pericolosità sociale qualificata, in quanto gravemente indiziato di appartenere all’associazione di tipo mafioso denominata “cosa nostra”, per conto della quale ha promosso, organizzato e coordinato illecite attività nel settore degli stupefacenti nel territorio di Brancaccio, oltre ad avere messo a disposizione del sodalizio criminale un proprio immobile, nonché i suoi mezzi di trasporto, al fine di consentire ai vertici del mandamento di riunirsi per poter organizzare l’attività illecita della cosca.
La sua pericolosità sociale è emersa, in particolare, dalle recenti attività di indagine della Squadra Mobile di Palermo, coordinate dalla Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Palermo – D.D.A., nell’ambito delle operazioni cc.dd. “Maredolce 2” e “Sperone”, confluite rispettivamente nelle ordinanze di applicazione di misure cautelari emesse in data 26.06.2019 e 21.11.2019.
In tali indagini è stato rilevato come, sfruttando la propria posizione all’interno del sodalizio mafioso, Nicolò Giustinianiabbia potuto accumulare ingenti risorse economiche derivanti dalla gestione della piazza di spaccio, successivamente reinvestite per l’acquisto di beni mobili ed immobili.
Traendo spunto da tali emergenze investigative, nel 2020, la locale Divisione Anticrimine ha condotto indagini patrimoniali nei confronti del predetto e del suo nucleo familiare convivente, che hanno consentito di accertare una sproporzione economica tra gli acquisti mobiliari ed immobiliari effettuati ed i redditi percepiti a conferma dell’utilizzo di risorse finanziarie di natura illecita.
In particolare, nel corso delle indagini si è rilevato come l’acquisto e la ristrutturazione della villa, oggetto di sequestro con l’odierno provvedimento, riconducibile al Nicolò Giustiniani ma formalmente intestata ai genitori, risultassero incompatibili con i redditi dichiarati, la cui entità si è dimostrata addirittura insufficiente a garantire anche il solo sostentamento familiare.
L’odierno provvedimento assume, altresì, un’importante valenza poiché, grazie all’attività congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Palermo, entrambi titolari del potere di proposta dell’applicazione di misure di prevenzione, si mira a restituire alla comunità i beni illecitamente accumulati da “cosa nostra”.
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