Scuole occupate: lettera aperta del presidente della Provincia di Palermo agli studenti
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del Presidente della Provincia Regionale di Palermo, Giovanni Avanti, rivolta agli studenti che, in questi giorni, stanno occupando alcune scuole superiori della citta’. Con la speranza che, da questo messaggio, possa scaturire un dibattito. Il piu’ costruttivo possibile.
di redazione
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del Presidente della Provincia Regionale di Palermo, Giovanni Avanti, rivolta agli studenti che, in questi giorni, stanno occupando alcune scuole superiori della città. Con la speranza che, da questo messaggio, possa scaturire un dibattito. Il più costruttivo possibile.
Noi guardiamo al mondo della scuola con grande interesse, certi come siamo che i giovani rappresentano la più grande risorsa per il futuro del Paese. Siamo anche convinti che il sistema scuola necessiti di investimenti, sia per gli aspetti strutturali e didattici, e che la spesa per l’istruzione non può mai essere considerata uno spreco. Ecco perché faccio affidamento alla maturità e alla consapevolezza degli studenti, ricordando loro di avere rispetto per la scuola anche come entità fisica. La scuola è un loro patrimonio. Lo è in ogni aspetto, perché come la loro casa, è contenitore di sogni, di aspirazioni, di ambizioni. E’ luogo di confronto e di passione, quella che anima la condivisione di idee e ideali. Ciascuno di noi ha ricordi di questo periodo che il tempo non cancella e che rimangono scolpiti come tappe fondamentali nel processo di crescita. A scuola gli individui diventano persone, cittadini, membri di una comunità perché questo è il tempo in cui diventa più chiaro il sistema dei diritti e dei doveri, è più forte la spinta alla partecipazione alla vita pubblica, inevitabile la contrapposizione con l’autorità, qualunque sia la sua connotazione. Uno dei padri della nostra Repubblica diceva di diffidare di chi a 18 anni non ha idee rivoluzionarie. Oggi più che mai si deve coniugare l’idea rivoluzionaria ai principi della democrazia, del rispetto, della legalità. Oggi più che mai, in un periodo in cui la crisi economica e la logica dei numeri condiziona la nostra vita sociale la vostra protesta e il vostro dissenso sono un monito che deve essere ascoltato. E rispettato. La protesta, condivisibile per molti aspetti, deve però restare un momento di approfondimento e di crescita delle coscienze e mai sfociare in atti di vandalismo.