La Polizia di Stato ha scoperto una serra indoor di marijuana ricavata in un appartamento al primo piano di uno stabile del quartiere della Zisa.
Le rigogliose piante sono state sequestrate con un provvedimento a carico di ignoti, motivo per cui sono in corso riscontri ed approfondimenti investigativi sull’identità di colui che ha curato l’illecita coltivazione .
Curiose le modalità attraverso cui gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico sono pervenuti all’accertamento dell’illecito, in parte fortuite, ma significative di una efficace capacità di sviluppare elementi e spunti, offerti dall’osservazione o, come in questo caso, dalla “percezione” del territorio.
Intorno alle 3 di notte, una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, ha ritenuto di verificare la presenza in casa di un pregiudicato, vincolato alla prescrizione di permanere nel suo domicilio, dalle 21:30 alle 7:30.
Dopo avere effettuato il controllo, gli agenti hanno percorso le scale a ritroso per tornare alla vettura di servizio ed è in questa fase che hanno osservato nitidamente la presenza di fumo bianco fuoriuscire dai locali di un’abitazione, contestulamente alla percezione di un odore intenso.
Temendo potesse trattarsi di un incendio, gli agenti hanno chiesto e ricevuto immediato ausilio dai Vigili del Fuoco unitamente ai quali hanno forzato la porta di accesso all’abitazione nel timore che gli occupanti potessero essere improgionati dalle fiamme di un incendio. L’esito dell’irruzione è stato sorprendente: nessuno si trovava in casa ma, soprattutto, nessun incendio interessava l’immobile. Il fumo altro non era che la densa produzione di ben tre purificatori, uno dei quali posizionato proprio sul retro della porta blindata, il cui scopo era presumibilmente quello di coprire l’acre odore generato da ben 170 piante di marijuana, dell’altezza di quasi un metro cadauna, fatte crescere in due ampie stanze dell’immobile.
In quest’area dedicata era stato riprodotto un habitat favorevole alla coltivazione delle piante attraverso sofisticate luci e complessi sistemi di areazione, capaci di rispecchiare fedelmente scenari naturali. Il personale dell’Enel chiamato dagli agenti avrebbe riscontrato anche l’abusivo allaccio alla corrente elettrica pubblica, motivo per cui si è concretizzato, anche, il reato di furto di energia elettrica che, sovente, si accompagna a quello di produzione di stupefacenti. Tutte le piante e gli impianti elettrici sono stati sequestrati ed indagini sono in corso sull’utilizzatore dell’immobile, anche attraverso riscontri catastali che sono già in atto.
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