Si accendono gli animi nel mondo della scuola. L’aumento dei contagi da Coronavirus che si sta registrando nelle ultime settimane sta scaldando il dibattito sulla chiusura degli istituti scolastici.
Molti dirigenti scolastici hanno deciso di chiudere alcune classi o gli interi istituti dove si sono verificati casi di Coronavirus per scongiurare lo scoppio di focolai. A Palermo l’ultimo a chiudere le porte è stato il liceo scientifico Galilei, che ha sospeso le lezioni presenziali per 11 giorni. E quando non si può fare andare in classe, professori e maestri devono affidarsi agli strumenti di e-learning sperimentati durante i mesi di lockdown.
Per alcuni presidenti di Regione, come Luca Zaia del Veneto, bisognerebbe incentivare la didattica a distanza il più possibile. Oltre a scongiurare i contatti all’interno delle classi, ridurre il numero di studenti nelle scuole aiuterebbe anche ad alleggerire il carico sui mezzi di trasporto pubblici ed evitare assembramenti.
Zaia e altri governatori del centrodestra hanno chiesto alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina di attivare la didattica a distanza (dad) in tutte le scuole superiori. “Se pensassimo alla didattica a distanza per le ultime 2-3 classi delle superiori, magari in alternanza, un giorno sì e 2 no, una settimana sì e 3 no, verrebbe tolta tanta pressione sui trasporti”.
Ma la dad non è una soluzione ben accolta da tutti. “È fonte di iniquità e mette in difficoltà studenti e famiglie”, dichiara Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Per Giannelli deve essere considerata come l’ultima spiaggia, ma mettere in campo solamente se il Governo dovesse decidere di instaurare un lockdown generale.
E la ministra Azzolina ha ribadito che il Governo è a favore delle lezioni presenziali, se ci sono le condizioni di sicurezza. Per Azzolina, i contagi “non avvengono dentro le scuole, e i ragazzi sono felici di essere tornati in classe”.
Dello stesso avviso l’assessore regionale all’istruzione Roberto Lagalla. L’ex rettore dell’Università di Palermo assicura che nelle scuole siciliane la sicurezza viene garantita: “Il docente deve vedere negli occhi mentre spiega agli studenti, com- prendere le difficoltà e aiutarle a superarle. il percorso scolastico non può essere sostituito da uno strumento telematico per quanto potente esso sia”.
Lagalla ha però sollecitato al Ministero dell’Istruzione la distribuzione dei banchi monoposto nelle scuole dell’Isola: “Prima si chiude questa partita e meglio è”.
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