Sciopero pubblico impiego, in piazza a Palermo e Messina

Garanzie per la sicurezza dei lavoratori pubblici e dei cittadini-utenti, un programma di assunzioni e stabilizzazioni occupazionali volto al rafforzamento strutturale degli organici, adeguati finanziamenti per il rinnovo dei contratti nazionali.

Sono le motivazioni al centro dello sciopero nazionale dell’intera giornata proclamato per oggi mercoledì 9 dicembre da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa. Sono oltre 100 mila i lavoratori coinvolti in Sicilia dallo sciopero nazionale del pubblico impiego.

Presidi sono stati organizzati, sempre dalle 10 alle 13, in tutti i capoluoghi di provincia dell’Isola, davanti alle prefetture.

L’astensione dal lavoro riguarderà i lavoratori della sanità, dell’amministrazione statale e parastatale (ministeri, enti previdenziali, agenzie, esclusa l’istruzione pubblica) e delle Camere di Commercio.

I sindacati chiedono inoltre le “necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare una vasta programmazione occupazionale e di stabilizzazione del precariato rinnovando la pubblica amministrazione e per il finanziamento dei rinnovi contrattuali”.

A Messina lo sciopero si è articolato, come Cisl Fp, con un presidio dalle ore 9.30 alle 14, di fronte la Prefettura.

Il permanere dell’assenza di risposte da parte del Governo alle richieste formulate si unisce all’assenza, ad oggi, di misure straordinarie e a un piano generalizzato in tutte le amministrazioni pubbliche dello Stato, degli enti locali e della sanità di assunzioni in tempi rapidi, volte a colmare le gravi carenze di organico che insistono nelle pubbliche amministrazioni dei comparti summenzionati, anche in relazione alle necessitaÌ imposte dall’emergenza pandemica e dalla crisi economica.

A Palermo l’appuntamento per il sit in di protesta organizzato da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa è previsto dalle 10 alle 13 in via Cavour, davanti alla Prefettura.

Rifondazione Comunista con una nota si è detta vicina ai dipendenti pubblici che scioperano oggi contro gli attacchi dei soliti soloni che dall’alto di “cattedre” ben remunerate contrappongono, falsando i dati sugli aumenti proposti dal governo, i dipendenti pubblici ai privati, gli stabili ai precari.

La nota: “La lotta dei dipendenti pubblici è sacrosanta perché sono i meno pagati d’Europa, lavorano con organici ridotti, con mezzi e strutture inadeguate e, nel mezzo dell’epidemia mancano ancora delle condizioni di sicurezza per svolgere funzioni fondamentali per la tutela dei cittadini.

La loro lotta parla di un’emergenza che riguarda tutto il paese reso fragile da anni di  tagli di tutto il sistema pubblico, dalla sanità alla scuola, dai vigili del fuoco ai Comuni, dalle amministrazioni centrali a quelle periferiche.

Restituire valore e dignità ai pubblici dipendenti e incoraggiare in loro un forte senso del ruolo pubblico è fondamentale per il miglioramento della  qualità dei servizi e dei diritti dei cittadini.

Per questi motivi saremo presenti in tutte le iniziative promosse nella giornata di sciopero con le nostre proposte:
– consistenti aumenti salariali per tutti i dipendenti pubblici,
– assunzioni di almeno 500 mila lavoratrici e lavoratori;
– stabilizzazione di tutti i precari con contratti a tempo pieno e indeterminato;
– reinternalizzazione di tutti i servizi affidati a privati”.
Il governo cambi rotta e ascolti le lavoratrici e i lavoratori!

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