Ieri per la prima volta i nuovi casi in Sicilia sono scesi sotto i 700, per la precisione 616 ma i decessi sono ancora alti, 31 ieri e 24 il giorno precedente.
Ma con questi numeri l’Isola può iniziare a sperare di poter transitare presto in zona gialla e riaprire cos’ i ristoranti (almeno a pranzo), un comparto al collasso che ieri a Palermo è sceso in piazza per far sentire la propria voce.
Quello che chiedono i ristoratori è che vengano valutati in modo differente i diversi profili di rischio all’interno del settore della ristorazione, consentendo a chi ha a disposizione spazi e sedute per la consumazione di cibi e bevande di aprire fino alle 18 durante il periodo della zona “arancione” e fino alle 22 in caso di “zona gialla”, ferma restando la possibilità di asporto e delivery.
Intanto, però la Sicilia non potrà passare dall’arancione al giallo dopo una sola settimana, si dovrà attendere metà febbraio, forse per San Valentino e salvo improvvise accelerazioni del virus.
Quello che continua a preoccupare è l’alto numero dei decessi, ieri a Trapani è deceduto per Covid il cinquantenne Sebastiano Greco, sottufficiale dell’Esercito in servizio al Reggimento Bersaglieri di Trapani, in degenza all’ospedale di Marsala.
Sempre a Marsala preoccupa un focolaio in una Rsa, che registra 22 positivi, dieci fra il personale e 12 fra gli anziani ospiti, ai quali era stata già somministrata la prima dose di vaccino.
Infine la Regione ha deciso di avviare uno screening a campione sugli studenti e test mensili sul personale scolastico per contenere la diffusione del virus in Sicilia.
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