Tecnologia

Robot dialogano in una lingua sconosciuta: ricercatori nel panico

Nel corso di un’esperimento di intelligenza artificiale messo in piedi da Facebook due robot avrebbero dato segni di ‘linguaggio proprio’.Le due macchine hanno iniziato a dialogare in un linguaggio sconosciuto: l’allarme è circolato nel web ed arriva dalle stanze di Menlo Park dove Facebook AI.

Una lingua incomprensibile

Alice e Bob, due impianti artificiali, hanno conversato in una lingua non comprensibile sotto gli occhi sbalorditi dei ricercatori. “L’intelligenza robotica è pericolosa” liquida la questione un esperto sulle pagine online del Mirror dopo la notizia dello “sviluppo di una propria lingua” da parte dei dispositivi.

I giornali parlano di scene di panico tra i ricercatori che hanno immediatamente staccato la corrente alle macchine. Kevin Warwick, professore britannico esperto in robotica, sul Sun parla di un “pietra miliare per la scienza ma chi dice che non costituisce un pericolo nasconde la testa sotto la sabbia”. E ancora: “Non sappiamo cosa volessero dirsi i due bot”.

L’esperimento

Bob e Alice rientrano in un esperimento  di ricerche in atto sui programmi di chatbot. Ovvero dei software progettato per simulare una conversazione con esseri umani o con altri bot tramite l’uso di voce o testo.

Sono state riportate alcune conversazioni assurde tra i due bot. Alla proposta di Bob “I can can I I everything else”, Alice ha risposto “Balls have zero to me to me to me to me to me to me to me to me to”. Da qui l’allarme secondo il quale le due entità avrebbero inventato un linguaggio per eludere la comprensione dei ricercatori. Una spiegazione più plausibile è che le reti neurali abbiano modificato il linguaggio umano ai fini di un’interazione più efficiente.

Si è trattato di un errore di programmazione, che ha permesso che le macchine modificassero la lingua inglese per rendere più semplice la comunicazione fra di loro.

«Se l’idea che delle macchine possano inventare una loro lingua può sembrare allarmante per chi non è addetto ai lavori – spiega in un post il ricercatore Facebook Dhruv Batra – è una circostanza già osservata in passato negli studi sull’intelligenza artificiale».

Secondo il sito di tecnologie Gizmondo: “Nei loro tentativi di imparare l’uno dall’altro, i bot hanno iniziato a chiacchierare con abbreviazioni semplificate”. Può sembrare assurdo e far rimanere perplessi “ma non si tratta che di questo”.

Redazione

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