Ritrovato il relitto del peschereccio “Nuova Iside” a 30 miglia a nord di Palermo
Ritrovato il relitto del peschereccio “Nuova Iside”. Il relitto, riporta l’agenzia di stampa Adnkronos, è stato ritrovato in un’area a circa 30 miglia a nord di Palermo, a quasi 1400 metri di profondità, tramite alcuni sensori della nave e un veicolo filoguidato del Comando subacquei e incursori (Comsubin).“
Il cacciamine Numana della Marina militare ha rintracciato oggi il relitto del peschereccio Nuova Iside, grazie all’impiego di alcuni sofisticati mezzi subacquei e con il supporto nelle ricerche della guardia costiera.
“E’ con grande soddisfazione che accolgo la notizia del ritrovamento, nelle profondità marine, da parte della Marina Militare, del relitto del moto peschereccio di Terrasini, “Nuova Iside”, scomparso lo scorso 13 maggio, nelle acque tra San Vito Lo Capo e Ustica.
Dopo l’indagine e il sequestro della petroliera “vulcanello”, un passo fondamentale verso la verità. Lo dichiara in una nota l’Assessore regionale per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera, appresa, in queste ore, la notizia del ritrovamento. “Un ringraziamento va alla Marina Militare, prosegue Bandiera, che da i primi istanti della scomparsa del peschereccio, fino ad oggi, ha profuso ogni sforzo utile al ritrovamento del peschereccio . Questo risultato è anche frutto di un grande impegno”
La vicenda da quel drammatico 13 maggio
Il peschereccio era partito da Terrasini, navigando verso le acque antistanti la spiaggia di San Vito. Dopo qualche ora hanno però lanciato l’allarme, chiedendo di essere soccorsi. Le ricerche sono proseguite incessanti, ma dell’imbarcazione nessuna traccia.
A bordo del peschereccio “Nuova Iside” c’erano, tutti appartenenti alla stessa famiglia. La corrente nelle scorse settimane ha restituito i corpi privi di vita di Matteo Lo Iacono e di Giuseppe Lo Iacono. Ancora nessuna traccia invece di Vito Lo Iacono, 27 anni, figlio di Matteo.
L’ipotesi più accreditata da subito era che vi fosse stata una collisione con la petroliera Vulcanello, sequestrata nei giorni scorsi su disposizione della Procura di Palermo, per cercare di ricostruire cosa sia accaduto il 13 maggio scorso quando. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico, sperano di trovare qualche traccia utile sull’imbarcazione, ormeggiata nel porto di Augusta.
Probabilmente la petroliera, passando molto vicino al peschereccio e ad una velocità sostenuta (12 nodi) ha potuto generare un’onda che ha fatto capovolgere la Nuova Iside.
In un primo momento si ipotizzava una collisione tra le due navi ma questo non sarebbe compatibile con i tracciati radar, dove sarebbero evidenti i segnali delle due navi in movimento: ad un certo punto, però, quello della Nuova Iside prima si indebolirebbe e poi sparirebbe del tutto.