Ritardi sui vaccini, si rimodula il Piano e si allontana l’immunità

Ritardi su ritardi e il Piano vaccinale in Italia è in stallo, il governo corre ai ripari con una rimodulazione.

Oltre ai ritardi del vaccino Pfizer come comunicato dal Commissario Arcuri: “Abbiamo ricevuto il 29% in meno di fiale e riceveremo il 20% di fiale in meno la prossima settimana e questo ritardo prosegue”, ora ci si mette anche AstraZeneca che ha comunicato una riduzione delle consegne pattuite con l’Europa.

Le prime dosi di Astrazeneca, dopo il via libera dell’Ema, arriveranno il 15 febbraio, poi ancora il 28 e il 15 marzo. In base agli accordi nel primo trimestre del 2021 sarebbero dovute arrivare in Italia 28 milioni e 269mila dosi, ma la casa farmaceutica ha fatto sapere di poterne garantire soltanto 15 milioni entro il primo trimestre.

Il motivo? Un problema alla produzione, che per l’Italia comporta il dimezzamento delle dosi a disposizione: da 8 milioni a 3,4 milioni di dosi. Ma la Pfizer dovrebbe recuperare il ritardo accumulato aggiungere altri 8,7 milioni di Pfizer, infine aspettiamo anche un milione e 300mila dosi da Moderna.

Ma questo cambio di rotta nel numero delle consegne costringerà il governo di concerto con tutte le regioni a rimodulare il piano vaccinale.

L’ira di Conte e l’intervento dell’Ue

Il premier Giuseppe Conte che attacca le case farmaceutiche e definisce “inaccettabili” i tagli annunciati da AstraZeneca.

I ritardi “costituiscono gravi violazioni contrattuali che producono danni enormi all’Italia, il nostro piano è stato elaborato sulla base di impegni contrattuali liberamente assunti” e per questo, dice, “ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali per rivendicarne il rispetto“.

Anche l’Ue vuole interviene sui ritardi e ha convocato per lunedì la Pfizer per avere un quadro chiaro del nuovo programma di consegne che consenta di pianificare le consegne e accelerare la distribuzione.

Poche dosi, ora che succede?

La rimodulazione delle consegne e il rallentamento del piano vaccinale mette in pericolo l’obbiettivo dell’immunità di gregge, l’allarme è stato lanciato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, durante la riunione con le Regioni.

Dopo l’allarme lanciato ieri sulla mancanza di siringhe di precisione, anche in Sicilia, poi rientrato dopo la smentita di Arcuri, resta da capire se verranno riviste le categorie con priorità. Si dovrebbe riuscire a centrare l’impegno prioritario, vaccinare entro marzo tutti gli operatori sanitari e sociosanitari, ospiti e personale delle Rsa, over 80 e pazienti fragili, oncologici, cardiologici e ematologici. In tutto quasi 7 milioni di italiani.

Vaccino AstraZeneca solo per i giovani?

Si attende di capire se l’Ema approverà il vaccino di AstraZeneca “condizionata a determinati parametri di età piuttosto che di percentuale di copertura vaccinale”, Se ciò accadesse sarà un vaccino destinato soltanto alla popolazione sotto i 55 anni e questo comporterebbe un’ulteriore rimodulazione delle priorità.

Slitterebbero così a dopo marzo le altre categorie con priorità quali i 13 milioni e 400mila italiani tra i 60 e i 79 anni, i 7 milioni e 400mila con almeno una comorbilità cronica, oltre al personale dei servizi essenziali: insegnanti e personale scolastico, forze di polizia, personale delle carceri e detenuti.

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