Rita Barbera: “Partecipazione non sia una parola vuota”
«Troppo spesso – dichiara Rita Barbera – sento gli altri candidati usare la parola “partecipazione” ma altrettanto spesso mi rendo conto che la utilizzano come slogan di un contenitore vuoto non solo di programmi ma anche di soluzioni».
«Il primo elemento che vorrei mettere in chiaro – prosegue Rita Barbera – è che sarebbe più corretto parlare di percorsi o processi partecipativi e non di partecipazione in generale. La partecipazione di cui parliamo non è il dato numerico di quanti assistono a un evento o di quanti, senza diritto di parola, siedono tra il pubblico di un consiglio comunale o di circoscrizione. Noi parliamo di momenti puntuali in cui una parte della cittadinanza è chiamata a partecipare attivamente durante la genesi del processo di programmazione amministrativa evitando così di lasciare nelle mani di pochi quelle scelte che incidono direttamente sulla pelle sulle cittadine e sui cittadini.
Uno dei nostri primi atti politici sarà quello di istituire la figura del “Garante della partecipazione” e di definire e approvare un “regolamento della partecipazione di Palermo”. Vogliamo fornire uno strumento in grado di precisare meglio il termine partecipazione e in cui trovare le linee guida utili ad attuare percorsi partecipativi capaci di garantire determinati standard degli stessi, definendo altresì gli attori da coinvolgere e gli iter da adottare in diverse casistiche d’intervento. Il regolamento conterrà inoltre un importante catalogo di tecniche e metodi di ascolto strutturato e di coprogettazione. Si tratterà di un percorso in cui dovranno essere sempre presenti facilitatori in grado di stimolare le idee, equilibrare gli interventi, raccogliere le proposte e moderare i conflitti che emergeranno sicuramente durante gli incontri».
«Uno degli esempi più belli di partecipazione – continua Rita Barbera – è stata la scrittura della nostra Costituzione, un elaborato processo di scrittura collettiva che ha visto attori diversissimi tra loro collaborare alla redazione di un documento condiviso. Da questo esempio vogliamo partire per il bene di Palermo».