Stamane, come annunciato due giorni fa attraverso i profili social, lo chef palermitano Natale Giunta, autorizzato dalla Digos di Palermo, ha guidato una manifestazione pacifica di protesta, nell’area del Teatro Massimo, con tutti i ristoratori della Sicilia per cercare di dare voce ai diritti di tutti i lavoratori di un settore, ad oggi, messo in ginocchio dagli effetti della pandemia.
“Portiamo in piazza le nostre divise e gli strumenti da lavoro che sono il nostro pane quotidiano e che ci vogliono togliere. Se stiamo in silenzio moriamo ogni giorno”, aveva affermato lo chef Giunta, facendosi portavoce dei colleghi ristoratori.
Oggi in piazza ha evidenziato la situazione in cui l’intera categoria verte e il disagio provocato dalle rigide norme ministeriali, che alimentano ulteriormente la rabbia di quanti si trovano impossibilitati a mandare avanti la propria attività e affrontare le relative spese mensili.
“Se stiamo in silenzio moriamo ogni giorno – ha affermato Giunta davanti a centinaia di lavoratori. La pazienza è finita, prima dicono una cosa, poi se la rimangiano, cambiano le regole dall’oggi al domani, senza motivo, sottoponendoci a una tortura continua. Non lavoriamo e non dormiamo più. Non abbiamo visto nulla, nessun ristoro vero. Siamo i dimenticati. Quelli della partita Iva. I futuri poveri”.
Parole di rabbia e stanchezza che sottolineano una scarsa attenzione del governo nei confronti di tutto il settore della ristorazione. “Basta pazienza, basta aspettare – aggiunge lo chef -. Se lo Stato ci fa chiudere, ci deve pagare, i soldi ci sono, ma distribuiscono solo le briciole e pretendono le tasse, a partire dalla Tari. Ci hanno messo in zona arancione, nel silenzio di Musumeci, perché non ci daranno niente, daranno i soldi sono alle zone rosse del nord e noi moriamo”.
“Non ci dobbiamo fermare, dobbiamo tornare nelle piazze. Non staremo più in silenzio”, conclude.
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