Manifestazione per il diritto al lavoro domani a Palermo
Manifestazione pubblica domani, venerdì 5 febbraio, per rivendicare il diritto al lavoro e agli aiuti economici e per far sentire la voce di migliaia di imprese e lavoratori che sono allo stremo dopo un anno di emergenza legata al Coronavirus: l’hanno organizzata i settori della ristorazione ed eventi (Fipe Confcommercio Palermo, Silb locali da ballo, l’Assocom e l’Associazione wedding planner). Lo slogan è: “Ripartiamo insieme”.
L’appuntamento è per le ore 10.00 in via Emerico Amari, nell’ampio spazio di strada chiuso al traffico davanti alla sede di Confcommercio Palermo, nel rigoroso rispetto delle misure di contenimento del contagio e del distanziamento sociale.
Oltre a una nutrita delegazione di imprenditori del settore sarà presente anche una “rappresentanza” dei dipendenti per sottolineare l’allarme occupazionale che deriverà dalla chiusura di molte aziende in difficoltà economiche che da un anno sono state private del diritto alla libera impresa e al lavoro e che non hanno finora ricevuto i promessi sostegni economici da parte delle istituzioni.
Le quattro associazioni invieranno anche una nota al Governo regionale per rappresentare lo stato di difficoltà e per suggerire una rivisitazione dei provvedimenti restrittivi e una diversa modulazione degli orari di apertura, prevedendo fin da subito un graduale ritorno alla normalità che certamente contribuirebbe ad evitare incontrollabili assembramenti per strada.
“Non possiamo assistere inermi alla morte delle nostre aziende – spiega Antonio Cottone, presidente Fipe e coordinatore della manifestazione – anche perché persino l’Oms ha sostenuto che le nostre attività non possono essere ritenute luoghi primari del contagio. Con aperture a singhiozzo – e per alcuni settori neanche quelle – è impossibile programmare le nostre attività e reggere il peso delle scadenze contributive e fiscali, degli affitti, degli stipendi o delle utenze. Gli aiuti economici finora sono stati ampiamente insufficienti e c’è il rischio concreto che centinaia di imprese palermitane saranno costrette a chiudere per sempre”.
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